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[YAOI] Harry/Fred/George

Dirty

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    . デンシアル
    { DENXIAL XIV} .

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    TITOLO = Dirty
    AUTORE = slashpervert
    TRADUTTORE = lilyj
    RATING = NC17
    GENERE = Erotico
    PAIRING = Harry/Fred/George, Harry/Viktor, Harry/Oliver, Harry/Charlie

    Capitolo 1: Dirty Toy (Sporco Giocattolo)



    Era stato Harry che l'aveva voluto, sul serio. Lo voleva. Quando aveva scoperto che i gemelli sarebbero stati interessati, era a malapena riuscito a pensare ad altro. La maggior parte della gente voleva L'Eroe, ma Harry era pronto a provare qualcosa di totalmente diverso. Sperimentando un po' durante la guerra e molto una volta finita, aveva scoperto che quel che davvero gli piaceva avrebbe scandalizzato la maggior parte del Mondo Magico. Perciò in quel momento si trovava, su invito di Fred e George, nel loro appartamento sopra il negozio. Gli era stato detto di chiudere gli occhi e aspettare.
    "Bello," fuseggiò uno di loro. "Stupendo," disse l'altro. Quattro mani lo stavano toccando, ormai —uno scivolare di dita fra i suoi capelli, una pacca sull suo sedere, una strizzatina a un capezzolo attraverso la camicia, dita che che tracciavano la sagoma del suo cazzo molto eccitato. "Hai fatto come ti abbiamo detto?"

    "Sì, signori," rispose Harry, il cuore che gli martellava per l'eccitazione. Si era lavato con molta cura, e indossava quello che loro gli avevano ordinato.

    "Sei una troietta arrapata che farà quel che gli diremo?" sussurrò una voce da dietro di lui. "Sei pronto a giocare con noi?"

    "Oh, assolutamente sì, signori," rispose senza fiato, e venne gratificato da una mano che gli afferrò un gluteo e gli diede una strizzata.

    "Farai quel che ti diremo nel modo in cui ti diremo di farlo, per tutto il tempo che resterai qui?" gli arrivò la seconda voce, direttamente davanti a lui.

    L'uccello di Harry sembrò tentare di rispondere per lui, contraendosi contro la mano che lo stava stuzzicando. "Oh, sì, signori."

    Allora cominciarono a spogliarlo, facendo scivolare via i suoi vestiti ed esplorandolo con le loro mani grandi e le loro dita lunghe. Rabbrividì deliziato, tremando —alzando le braccia quando gli fu detto, sgusciando fuori dai pantaloni quando gli fu ordinato— finché non si ritrovò in piedi, nudo, vulnerabile ed estremamente eccitato.

    "Sei proprio una puttana affamata, vero?"

    "Sì, signore, molto affamata," concordò Harry, deglutendo a forza.

    Una grande mano prese la sua, e ne sentì un'altra premuta con fermezza contro la schiena mentre lo guidavano, ad occhi ancora chiusi, in un'altra stanza.

    "Vuoi due grossi uccelli dentro di te allo stesso tempo, vero, puttana?"

    Il cuore gli saltò in gola e l'uccello gli si contrasse con tanta violenza che temette di venire prima che riuscissero a combinare qualcosa. "Sì, signore!"

    Poi gli si premettero contro tutti e due, uno davanti e l'altro dietro. Entrambi i gemelli Weasley erano più alti di Harry, i loro corpi forti e muscolosi. Harry tremò, deliziato. Delle mani gli scivolarono provocanti lungo la schiena, tracciando i piani delle sue scapole e i rilievi della sua spina dorsale. Harry si ritrovò a preoccuparsi di quanto era magro. Quelle mani arrivarono alla sua zona lombare e poi si separarono, afferrando il suo culo e impastando. Harry mugolò.

    "Molto reattivo," disse con apprezzamento il gemello dietro di lui.

    Davanti, delle dita tracciarono le sue clavicole, poi strisciarono giù fino alle costole, fermandosi per girare intorno e poi pizzicare i suoi piccoli capezzoli bruni. I gemiti di Harry avevano per eco le risatine sapute di entrambi gli altri uomini. Poi quelle dita proseguirono verso il basso, sulla leggera peluria del suo addome, prima di dividersi per tracciare i contorni delle sue anche. Harry allargò le gambe senza rendersene conto. "Sì, molto reattivo," disse il fratello di fronte a lui. E ancora, in modo esasperante, non toccò il cazzo di Harry.

    Che mugolò.

    "Oh, così bisognoso del nostro tocco, dei nostri uccelli. Non ti preoccupare, puttanella, te li daremo e te li daremo finché non riuscirai più a muoverti." Harry sentì l'alito caldo carezzargli la pelle mentre quelle parole venivano sussurrate al suo orecchio.

    La promessa o minaccia, qualsiasi delle due fosse, mandò un'ondata di calore a fargli formicolare la pelle, e il suo cazzo colò liquido pre-orgasmo sul pavimento.

    Il primo tocco al suo cazzo indolenzito arrivò allora, e lo fece trasalire perché non era una mano o un fianco, ma la punta di uno dei loro. Poteva sentire la corona morbida di un cazzo scivolare sulla sua lunghezza dal basso verso l'alto, che colava scivoloso liquido pre-orgasmo mentre glielo spalmava addosso. Ondeggiò, ma le mani dietro di lui mantennero la presa sul suo culo, strizzando quei rilievi tondeggianti e allargandoli. Harry boccheggiò.

    Il cazzo a contatto con il suo raggiunse la punta, premendole insieme in quello che sembrava un bacio. Poi, stranamente, lo sentì schiaffeggiare contro il suo cazzo. La brusca sensazione strappò a Harry un ansito sorpreso e una risatina all'uomo di fronte, che continuò a sbattere con leggerezza il proprio cazzo contro quello di Harry, toccandolo senza sosta per diversi minuti, avanti e indietro. Dietro di lui, l'altro uomo copiò quello strano giochino, schiaffeggiando con il proprio cazzo le rotondità dei glutei di Harry.

    "Probabilmente potremmo farti venire solo con questo, vero, puttana?"

    Harry annuì, preoccupato che nel suo stato di iper-eccitazione non avrebbe avuto molto autocontrollo. Quegli schiaffeggiamenti erano quel mix di piacere/dolore che era parte di ciò che desiderava ardentemente e che otteneva di rado.

    "Fratello?" chiese l'uomo dietro di lui.

    "Sì, buona idea," rispose l'altro e Harry udì un sussurrato "Frenum Mentulae." Dovette lottare per non aprire gli occhi e guardare, la sensazione di essere inerme che tornava a ricordargli che la sua bacchetta era stata lasciata con i suoi vestiti nell'altra stanza. Percepì un pizzicorio attorno al suo inguine, e poi qualcosa si strinse intorno alla base del suo uccello e delle palle. "Questo dovrebbe mantenerti duro per noi finché non saremo pronti," disse il mago di fronte a lui con voce profondamente soddisfatta.

    Il cock-ring magico era stretto ed eccitante, e la voglia di metterlo alla prova era quasi sopraffacente. Harry si rese conto di aver mugolato ancora quando entrambi gli uomini si misero a ridere con l'aria di saperla lunga.

    "Hai fatto il bravo? Hai fatto quel che ti abbiamo detto?"

    "Sì, mi sono lavato accuratamente, dentro e fuori. Ho tenuto il plug dentro di me negli ultimi tre giorni. Non mi sono fatto seghe, e cazzo, è stato difficile," rispose Harry, aggiungendo, "Signori," quasi in ritardo.

    Sentì delle dita scivolare lungo la fessura del suo culo, cercando e trovando la base del plug dentro di lui. Lo torsero e lo shock di piacere e bisogno gli fece tremare le ginocchia, quasi fino a cedere.

    "Su mani e ginocchia sopra il letto," ordinò uno di loro, e Harry sbirciò a sufficienza da localizzare il pezzo di mobilio e barcollare fino ad esso, assumendo la posizione con entusiasmo.

    "Testa o coda, fratello mio?" chiese una voce.

    "Coda, per iniziare," rispose l'altro. E Harry sentì il letto inclinarsi quando anche loro ci salirono sopra.

    Harry affondò le dita nelle coperte, cercando di tenersi pronto per qualsiasi cosa avessero in mente. Quasi si tirò indietro quando sentì la carne tondeggiante, liscia e umida di un cazzo contro la guancia. L'uomo davanti a lui incominciò a sfregarla sulla sua faccia, come prima, colpendolo con quel cazzo, avanti e indietro, con piccoli schiaffi. Dietro di lui, l'altro uomo stava facendo lo stesso al culo di Harry. La fitta di desiderio che gli provocarono gli fece spalancare ancora di più le gambe, senza che gli fosse richiesto, e in risposta strappò una risata saputa.

    "Così lascivo," lo motteggiò l'uomo dietro di lui.

    "Com'è il giocattolo?" chiese l'altro, sfregando in quel momento la punta setosa del suo cazzo sulle labbra di Harry.

    Harry sentì di nuovo le dita, e lo stesso movimento rotatorio che ancora una volta fece sobbalzare e rabbrividire qualcosa dentro di lui. "È così pronto a prenderlo," fuseggiò l'uomo, e, senza avvertimento, tirò via il plug dal suo culo. Harry rimase senza fiato e il suo buco si contrasse, sentendosi all'improvviso dolorosamente aperto.

    L'uomo di fronte a lui premette la punta del suo cazzo nella bocca spalancata di Harry, che trasalì, ma strinse in fretta le labbra attorno quella grossa intrusione, usando la lingua sulla carne morbida, e venne velocemente premiato da un pungente gusto salato. Anche l'uomo ansimò.

    "Ha una bocca dolce, George," grugnì l'uomo, e il fratello rise.

    Harry roteò la lingua e si ritrovò a rabbrividire quando il vuoto nel suo culo venne improvvisamente rimpiazzato dal largo cazzo di George che gli si spingeva dentro. Gemette attorno all'uccello di Fred, leccando meglio che poteva mentre veniva aperto. Poteva sentire George tenere le sue natiche allargate per vedere l'avanzare del proprio grosso cazzo nel buco scivoloso di Harry. Il cazzo era più grande di quanto non fosse stato il plug, e Harry tremò, tentando di spingerglisi contro, di aprirsi per lui.

    "Anche il culo è fottutamente dolce, Fred," ansimò George. "Pronto?"

    "Pronto, George."

    E allora il divertimento e il gioco cominciarono davvero. Fred torse i capelli di Harry con le dita di una mano, e le dita di George scavarono nel culo di Harry mentre si spingeva dentro di lui fino in fondo. Harry gemette e rabbrividì, i suoi muscoli che si contraevano e rilassavano intorno alla carne. Quando George si ritraeva, Fred spingeva, riempiendo la bocca di Harry con più cazzo di quanto fosse mai riuscito prendere prima. Poi l'uomo si tirava indietro, lasciandogli solo la punta all'interno delle labbra mentre George si spingeva di nuovo nel corpo di Harry, le palle che sbattevano contro le sue quando lo faceva. Una volta stabilito il ritmo voluto, andarono avanti così.

    "Questo buco è fottutamente stretto, mi inghiotte tutto," gemette George.

    "Sì, daglielo, fottilo e riempilo con la tua panna," lo incoraggiò il fratello appena prima di spingersi nella bocca di Harry, in modo tale che la punta sbatté contro il fondo della sua gola e gli occhi gli si inumidirono. Era quello che Harry aveva voluto. Essere usato come giocattolo da scopata da quei due. Non l'essere trattato da eroe o come il "sopravvissuto" di una guerra, ma solo come una puttanella affamata che poteva prendere tutto quello che le veniva dato. Si buttò a capofitto nel ruolo, aprendosi ad ognuna delle spinte di Fred, leccando e succhiando il suo uccello prima che fosse di nuovo tirato via dalla sua gola. Inarcandosi indietro contro l'uccello di George ogni volta che gli si spingeva dentro, per poi stringerlo talmente forte con i suoi muscoli che le dita dell'uomo gli stavano lasciando dei lividi sul culo.

    "Sei proprio una troietta mangiacazzi, vero? Adori essere riempito da entrambe le parti," grugnì George.

    "Sì, daremo alla puttana quello che vuole, glielo daremo ancora e ancora, finché non gronderà della nostra sborra, " concordò Fred.

    Harry ondeggiò tra i due, tutta la sua concentrazione focalizzata sull'essere riempito e scopato ad entrambe le estremità. Gemette e mugolò, il suo cazzo che oscillava sotto di lui, pieno e pesante. Le spinte si fecero più veloci e Fred addirittura tolse il cazzo dalla bocca di Harry, ricominciando a schiaffeggiargli la faccia, mentre George affondava con più forza e velocità dentro il buco di Harry.

    "Sì, daglielo, George, riempilo con la tua panna dolce," bocchegiava Fred.

    "Cazzo, sì," concordò George.

    Le mani di Harry stringevano il copriletto, aggrappandocisi disperatamente mentre veniva scopato con forza, il suono della pelle che schiaffeggiava altra pelle forte nella piccola stanza. Quasi ogni affondo trovava la sua prostata, e Harry era grato per il cock-ring, dato che sapeva che senza sarebbe già venuto. Tutto quel che poteva fare durante la scopata era sottomettersi alle spinte brutali e profonde. E poi George ringhiò e sibilò, come un animale selvatico.

    "Oh, cazzo, sì, George, riempilo, fagliela colare fuori!" ansimò Fred sopra di lui.

    Harry sentì gli spasmi del cazzo di George dentro di lui, il suo forte gemito trionfante quando venne, e quelle mani stringerlo talmente forte che seppe che il giorno successivo le sue anche sarebbero state decorate da lividi. Harry quasi collassò quando Fred gli lasciò i capelli, spostandosi per vedere quel che aveva fatto il fratello. Harry cadde leggermente in avanti, la faccia premuta contro il materasso, ansimando mentre George si ritraeva, il suo buco che si contraeva ancora, e poteva sentire il rivolo scivoloso della sborra che gli colava fuori dal culo.

    "Sì, guarda qua… così sexy," disse Fred con ammirazione.

    "So che la vuoi," disse George, soddisfatto, e le sue mani spalancarono Harry ancora di più, così che suo fratello potesse vedere il buco dilatato e impiastricciato.

    Ancora tremante a causa dell'accumulo di energia ed eccitazione per quel che era appena successo, ci volle un momento prima che Harry si rendesse conto che i gemelli si erano scambiati di posto. Sentì delle dita tracciare l'anello scivoloso e sensibile del suo ano, per poi spingerglisi dentro. "Oh, sei davvero una lurida puttanella, vero?" stava sussurrando Fred. Dopo un attimo le dita si ritirarono e risuonò una succhiata rumorosa. Harry dimenticò che avrebbe dovuto tenere gli occhi chiusi e lanciò un'occhiata oltre la spalla per vedere Fred che si succhiava le dita appiccicose.

    "Ripulisci la puttana," disse George, la voce bassa e roca.

    Stavolta Harry sentì le mani di Fred allargarlo di nuovo e, anche se non aveva idea di cosa aspettarsi, suppose di star per ricevere un incantesimo pulente. Invece, sentì una lingua leccargli le palle, lappando la sborra che era scivolata giù. Harry mugugnò, affondando la faccia nel copriletto rabbrividendo. Quella lingua gli ripulì lo scroto, succhiando entrambe le palle e poi continuò risalendo, lappando la pelle attorno al suo buco. Harry rabbrividì, sia per il piacere inaspettato che per il completo stupore.

    "Sì, Fred, lecca tutto," comandò George. "Lavora di lingua il buco appiccicoso del ragazzo."

    E Fred lo fece. Harry gemette più forte, inarcando la schiena mentre quella lingua meravigliosa cominciava a seguire il bordo sensibile del suo buco ancora spalancato, guizzando ovunque. Dentro di lui si scatenavano esplosioni ad ogni guizzo su quella pelle arricciata, e il cazzo di Harry si contraeva con violenza ogni volta. "Oh cazzo, oh cazzo," balbettò.

    "Succhia, Fred," ordinò George, "mangiati quella dolce cream-pie."

    La lingua di Fred allora si spinse in Harry, e "Il Ragazzo Che Era Sopravvissuto" vide le stelle, rabbrividendo furiosamente per il piacere tanto intenso da non sapere come reagire. Gorgogliò quando Fred lappò dentro quel buco, arricciando la lingua e succhiando fuori la sborra di suo fratello mentre George continuava a dare le sue istruzioni oscene.

    Poi George si spostò per inginocchiarsi ancora di fronte a Harry, afferrando una manciata di spessi capelli scuri e strattonandogli la testa. "Ce n'è anche per te," gli disse, e Harry si trovò faccia a faccia con un cazzo parzialmente duro che era appena stato nel suo culo e che era ancora appiccicoso di seme. Harry sbatté le palpebre e poi si mosse rapido in risposta, allungandosi in avanti a sufficienza da leccare. Il gusto era forte, più amaro e muschiato del normale.

    Dietro di lui, Fred stava ancora affondando la lingua in Harry, e i brividi di intenso piacere distraevano e incitavano Harry a continuare. Tentò di eguagliare l'entusiasmo dell'altro, leccando e succhiando le palle di George per poi risalire lungo l'asta che andava indurendosi.

    Fred si tirò indietro e Harry percepì l'ondeggiare del letto quando si mosse ancora, posizionando poi il suo cazzo ancora duro contro il buco bagnato di Harry. Si spinse dentro con un forte suono di risucchio umido, e Harry gemette quando la sua pelle ipersensibile tremò attorno a quella carne. "Cazzo, sì, è così scivoloso e pieno di te," disse Fred al fratello.

    "Sì, riempilo di nuovo," lo incoraggiò George, accarezzando i capelli di Harry mentre veniva leccato. "Sì, puttana, ti riempiremo ancora e ancora finché sarai pieno del nostro seme, finché non ti scorrerà giù sulle gambe come un fiume."

    A quello Harry rispose leccando con maggior entusiasmo, gemendo quando raggiungeva la punta e roteando la lingua sul glande. George lo premiò spingendogli il cazzo in bocca, riempiendolo, in modo che ancora una volta i gemelli lo fottessero da entrambe le estremità.

    "Una puttana da cazzo così adorabile," disse George e Fred rise. "Ti useremo e sarai una nostra proprietà, e tu ami tutto questo, vero?"

    Harry mugolò il suo assenso attorno all'uccello che aveva in bocca, succhiando talmente forte che gli si incavarono le guance. Ormai Fred lo stava scopando con più forza, scivolando con facilità dentro e fuori quel passaggio molto ben lubrificato. Harry si lasciò andare, abbandonandosi alla sensazione di essere riempito e usato, al gusto della loro sborra e del suo culo, alla loro deliziosa litania di oscenità. Quando Fred gli venne dentro i due si scambiarono ancora di posto, e fu il turno di George di "mangiare la cream-pie" mentre Fred gli diceva "mangia il lurido culo di quel ragazzo" e gemeva guardando suo fratello succhiare la sua sborra dal buco di Harry.

    Harry osservò con stupore quando George ne succhiò un po' in bocca e poi condivise un bacio aperto e molto appiccicoso con Fred, facendosi scivolare sulle lingue il loro seme mischiato, appena preso dal culo di Harry. Che si fece scappare un mugolio, e i due ne diedero un po' anche a lui.

    Fedeli alla parola data, lo scoparono entrambi di nuovo, e Harry poté davvero sentire i residui appiccicosi colare fuori da lui ad ogni affondo, gocciolando giù sopra le palle, l'uccello e tutte e due le cosce. Si sentiva una sporca puttana, e non era mai stato tanto eccitato in vita sua. Poi lo fecero rotolare sulla schiena, Fred che lo scopava di nuovo mentre George si faceva una sega sulla sua faccia, spruzzando il suo piacere sulle labbra e le guance e il mento di Harry, sciogliendo l'incantesimo Lega-Uccello mentre veniva. L'esplosione risultante iniziò come un sollievo alla tensione delle sue palle, esplose dal suo cazzo e sbocciò in una palla di fuoco che sembrò espandersi in tutto il corpo di Harry, anche mentre la sua sborra schizzava fuori con tanta violenza che riuscì a colpire la sua faccia e George.

    Harry restò lì, ansimante, sentendosi assolutamente usato, completamente sporco, dolorosamente indolenzito e deliziosamente felice. Alzò lo sguardo, osservando gli altri due uomini baciarsi sopra di lui. Era una vista incredibile e probabilmente gliel'avrebbe fatto tornare duro, se solo avesse ancora avuto un grammo d'energia in sé. Sperò che ci sarebbe stato un altro round al mattino, e altre notti come quella. Poi entrambi si stesero accanto a lui, baciandolo in modo umido e disordinato, leccandogli via sperma dalla faccia e dal petto, e dicendogli che meravigliosa puttana sexy fosse. Harry scivolò nel sonno sotto le loro carezze e i loro complimenti.

    Capitolo 2: Filthy (Lurido)



    "Così. Sei proprio una puttanella sexy affamata di uccello," punzecchiò Fred, sfregando la punta già scivolosa del suo cazzo sulle labbra di Harry. Harry gemette, non avendo ancora ricevuto il permesso di leccare o succhiare. Giaceva steso sulla schiena con le mani aggrappate dietro le ginocchia, tenendosi spalancato mentre George lo scopava con un dildo. Era solo un po' di riscaldamento, e dopo diverse sessioni di gioco, Harry sapeva che le cose si sarebbe fatte ben più interessanti. Spalancato, e con entrambi gli uomini che lo usavano, Harry si sentiva esposto e vulnerabile e come una troia totale —qualcosa che lui desiderava più di quanto chiunque altro si rendesse conto.

    "Siediti sulla sua faccia e fatti preparare con la lingua," disse George a suo fratello, dando al dildo un'altra torsione che mandò un brivido attraverso Harry.

    Fred si girò velocemente, le ginocchia ai lati del busto di Harry e le mani che tenevano spalancato il culo mentre si sedeva all'indietro sulla faccia di Harry, premendo il suo buco contro la bocca di Harry. "Leccalo, troia," gemette Fred.

    Il cazzo di Harry, legato con la magia, si contrasse con entusiasmo, il cuore che accelerava ancora di più mentre apriva la bocca, lappando lo stretto anello del culo di Fred. Era ancora asciutto, quindi Harry cercò di aumentare la saliva mentre leccava.

    "Scopalo con la lingua, troia," lo incoraggiò George e Harry obbedì subito, affondando la lingua al centro dell'apertura arricciata di Fred. Sentì il gemito provenire da sopra di sé e percepì il liquido pre-orgasmo di Fred colargli giù per il collo. Le palle di Fred gli schiaffeggiarono il mento quando questi cominciò a sfregare il culo contro la sua bocca.

    Incapace di fare altro, Harry spalancò la bocca, irrigidendo il più possibile la lingua in modo che Fred potesse scoparcisi sopra. Eppure, gli sforzi di Harry di concentrarsi sul piacere di Fred furono messi a rischio quando sentì il dildo scivolare fuori dal culo e la lingua di George arricciarsi nell'apertura pulsante che si era lasciato alle spalle. Harry gemette nel buco di Fred, incoerente. I gemelli avevano introdotto Harry all'arte di succhiare culi e, come a loro, sembrava non bastargli mai.

    Per alcuni minuti, il mondo di Harry si contrasse fin ad essere solo un imitare la lingua nel suo culo con la propria nel culo di Fred, gli unici suoni all'interno della stanza le leccate e i gemiti. A Harry faceva male il mento, e la lingua cominciava a indolenzirsi, ma non gli importava. Amava che i gemelli lo spingessero fino al limite. Tutti gli altri erano troppo gentili con lui. Lì, con Fred e George, non era il Ragazzo che È Sopravvissuto o l'Eroe che aveva sconfitto Voldemort. Lì era solo una troia arrapata che dava e riceveva piacere.

    George si interruppe e il letto ondeggiò quando si tirò indietro. "È ora di scopare," annunciò.

    Harry mise a segno un altro affondo di lingua prima che Fred si togliesse dalla sua faccia e gattonasse lungo il suo corpo. Harry tentò di inarcarsi in modo che il suo cazzo strusciasse contro di lui, ma fu ripreso da uno schiaffo pungente di George sul suo culo esposto. "Non ci provare, puttana," insistette.

    Fred si girò, sorridendogli tutto denti e Harry fece apposta a leccarsi le labbra. "Troia impertinente," dichiarò Fred e il fratello grugnì in assenso. Harry osservò, spalancando gli occhi, George allungare una mano dietro di sé e iniziare a carezzare l'uccello di Fred, lubrificandolo. Le palpebre di Fred sfarfallarono e lui si appoggiò contro il gemello, la testa sulla sua spalla. Harry amava entrambi i loro uccelli massicci e non si stancava mai di guardarli.

    Guardando oltre la spalla di Fred, George ghignò. "Vi scoperò entrambi, nello stesso tempo," promise. In risposta Harry annuì con entusiasmo, e tirò su le gambe talmente tanto che le ginocchia gli si schiacciarono contro il petto. Il suo uccello sobbalzò come per attirare anche lui l'attenzione. Harry guardò mentre George teneva l'uccello di Fred, spingendo l'uomo in avanti finché arrivò a premere contro il buco bagnato di Harry. Fred si fermò lì, aprendo le gambe e George fece scorrere gli occhi lungo la schiena del gemello. Harry poté immaginare che anche lui si posizionasse contro il buco del proprio fratello. Solo all'idea, del liquido preorgasmo colò dall'uccello di Harry. Con un sospiro e un singhiozzo, i due uomini si mossero in avanti, George dentro Fred e Fred dentro Harry.

    Harry sentiva il peso di entrambi, l'uccello di Fred che affondava dentro di lui, allargandolo, e tutti e tre gemettero di piacere. Il letto cigolò e ondeggiò quando iniziarono a muoversi. Pelle sudata scivolava contro pelle sudata, gli uccelli che producevano dei suoni umidi affondando dentro e fuori buchi bagnati.

    "Sì, vi sto scopando entrambi," ringhiò George, spingendo con più forza, e ogni movimento spingeva Fred più a fondo in Harry, finché Fred si piegò su di lui, l'addome schiacciato contro l'uccello di Harry, e la testa rossa poggiata sul suo petto. Da dove giaceva, Harry poteva vedere chiaramente entrambi, l'aria concentrata di George mentre affondava ripetutamente nel suo gemello e la bocca di Fred aperta per i gemiti incessanti. Era quasi troppo intimo da guardare, e solo quella vista rese la situazione più eccitante di qualsiasi altra cosa Harry avesse mai visto. Grato per l'incantesimo lega-uccello che gli bloccava l'orgasmo, Harry si contorse sotto i due uomini, godendosi lo spettacolo quando entrambi iniziarono a venire -tanto affiatati che i loro orgasmi furono simultanei, le loro facce contorte dal piacere e i loro gemiti un duetto.

    Harry sapeva bene di non doversi aspettare che fosse finita. Aveva imparato che la gran resistenza e la veloce ripresa dei gemelli significavano che potevano darci dentro per gran parte della notte. Dopo un minuto di fiatone mentre giacevano addosso a Harry, George si fece indietro, baciò il culo del fratello e poi gli separò i glutei, sorridendo alla propria sborra che colava fuori dal buco.

    "Sì, mangiala," sibilò Fred, inarcandosi verso di lui.

    Gli occhi di George si misero a fuoco su Harry mentre abbassava la bocca e iniziava a leccare la sborra che gocciolava dal fratello. Harry deglutì, anche lui leccandosi le labbra, immaginando quel sapore muschiato e amaro. Stava ansimando mentre guardava la lingua dell'uomo leccare ancora e ancora, il mento che luccicava umido della propria sborra.

    "Lasciane un po' per la troia," stuzzicò Fred e Harry arrossì quando si accorse che ormai entrambi lo stavano guardando dritto in faccia.

    "Dagliela," acconsentì George, schiaffeggiando il culo del fratello e sedendosi sui talloni.

    Fred gattonò di nuovo lungo il corpo di Harry, quella volta permettendo alla pelle del suo addome e della coscia di strusciare contro la punta dell'uccello di Harry. Harry non poté evitare di inarcarcisi contro. Entrambi gli uomini ridacchiarono.

    Harry cominciò a rabbrividire d'anticipazione, il suo buco che si contraeva e si rilassava mentre George gli sollevava le gambe, posizionandosele sulle spalle. Le palle di Fred scivolarono sulla faccia di Harry e lui leccò la pelle morbida e appiccicosa.

    Mentre Fred faceva penzolare i suoi gingilli sopra la bocca di Harry, suo fratello faceva scivolare la sua rinnovata erezione nel culo di Harry, la sborra del gemello che lubrificava il passaggio. Harry poteva sentire come veniva pompata fuori quando George si spingeva dentro. Harry gemette, la bocca che si apriva per poi esser subito riempita quando le palle di Fred ci si calarono dentro. Harry succhiò e leccò quelle sfere mentre l'uccello di George entrava e usciva, con forti spinte.

    "Sì, succhia quelle palle, troia," ringhiò George mentre lo scopava, i fianchi che schiaffeggiavano il culo di Harry.

    Fred si stava già carezzando per eccitarsi di nuovo mentre Harry lo succhiava. Poi scivolò in avanti, premendo il suo buco colante contro la bocca di Harry. "Lecca tutto, mangia il mio lurido culo," ordinò Fred.

    Harry si esaltò a quelle parole volgari, l'uccello che pulsava. Non ebbe bisogno di molto incoraggiamento per spingere la lingua nel buco scivoloso di Fred, succhiando rumorosamente. La mano di Fred affondò nei capelli di Harry, tirando forte mentre si spingeva contro la sua bocca.

    "Oh, sì, mangia tutto, sporca troia," incoraggiò George, affondando in Harry con più forza e velocità.

    Harry, con le gambe trattenute saldamente da George, portò le mani sul culo di Fred, aiutando a tenere aperti quei glutei mentre Fred gli cavalcava la faccia. Harry borbottò, incoerente, la lingua affondata in quel buco, quando sentì la mano di George avvolgersi intorno al proprio cazzo. Il buco di Fred si contrasse intorno alla sua lingua, la sborra che gli schizzava dall'uccello e poi giù, sui capelli e sulla faccia di Harry.

    Uno dei due doveva poi aver sciolto l'incantesimo lega-uccello, perché Harry sentì arrivare il proprio orgasmo, e si trovò ad urlare nel culo di Fred mentre George assaliva la sua prostata, tirandogli con forza il cazzo. L'orgasmo dello stesso George arrivò con altrettanta velocità, il suo cazzo che palpitava nel culo di Harry.

    Tutti e tre stavano ansimando quando i due gli si tolsero di dosso, collassando a entrambi i lati di Harry. Harry rimase lì, il suo orgasmo che lo faceva ancora rabbrividire e tremare. Sentiva la sborra che gli incollava le ciglia, gli ricopriva la faccia, si accumulava dal collo fino all'inguine e colava fuori dal suo culo. Si sentiva come una sudicia piccola troia. Era perfetto.


    Capitolo 3: Fulfilled (Appagato)



    Harry strinse il culo attorno all'intrusione dentro di lui, lo strumento che sfregava in modo tale da far pulsare anche il suo uccello. Stava quasi tremando per l'eccitazione mentre si vestiva per la sua sessione settimanale con Fred e George. Persino infilarsi i pantaloni era una lezione sul controllo, il cazzo che tremava come se sperasse che Harry avrebbe infranto la proibizione dei gemelli facendosi una sega per alleviare la pressione. Ma Harry sapeva che sarebbe valso aspettare. Chiuse la zip sopra l'erezione e le diede una rassicurante -e stuzzicante- pacca. Era pulito e non indossava intimo, proprio come da istruzioni. Poi si infilò una camicia. Persino i suoi capezzoli erano eretti, e il morbido tessuto di cotone era già quasi troppo. Li pizzicò attraverso la camicia, gemendo. Si fermò prima di esagerare e dovette fare dei profondi respiri per calmarsi.

    Ogni sessione con i gemelli Weasley era fantastica –un'esperienza di perdizione senza precedenti. E quella settimana si aspettava di ottenere qualcosa su cui aveva fantasticato da più tempo di quanto stesse frequentando Fred e George. Gli avevano dato da infilare un butt plug più grosso rispetto alla volta precedente e sperava che questo significasse che lo stavano preparando per qualcosa di nuovo.

    Arrivò al retro del negozio esattamente alle sette e bussò alla porta che dava sulle scale che portavano su al loro appartamento. Le gambe di Harry tremarono di aspettativa quando la porta si aprì e mentre saliva le scale. L'appartamento era buio eccetto per la luce di candela che fuoriusciva dalla porta aperta della loro camera da letto. "Spogliati ed entra, troia," disse una voce.

    Con impazienza Harry si strappò i vestiti di dosso, oltrepassò la soglia e si lasciò cadere sulle ginocchia, gli occhi sul pavimento. Percepì il movimento prima di vedere i loro piedi nudi, un paio alla sua destra e uno alla sua sinistra.

    "È così entusiasta. Il suo cazzo sembra poter esplodere per un singolo soffio," rise uno dei due. Harry temeva che potesse essere vero e gemette quando sentì delle dita scorrere fra i suoi capelli e un'altra mano carezzarlo lungo la schiena. Uno dei gemelli gli si posizionò davanti, il grosso uccello che scivolava contro la guancia di Harry e lasciava una chiazza di liquido pre-orgasmo sulla sua pelle. Harry dovette lottare contro l'impulso di aprire immediatamente la bocca, di leccare -se non quel cazzo- le proprie labbra.

    "La nostra troia vogliosa sta sbavando per il tuo pezzo di carne, Fred," canzonò George e Harry sentì le mani dell'uomo scivolare giù per strizzargli il culo. Harry tremò di desiderio.

    "Implorami," ringhiò Fred.

    "La prego, signore, me lo lasci succhiare," rispose in fretta Harry. Sentì George muoversi dietro di lui, massaggiandogli i glutei.

    "Apri," ordinò Fred e subito Harry formò una O con la bocca. Fred gli si spinse dentro, la punta che scivolava sulla lingua di Harry. "Succhiami, troia."

    Mentre Harry succhiava con foga, le guance incavate, sentì George afferrare il plug che gli spuntava dal culo e girarlo. L'uccello di Harry sussultò quasi con violenza a quel piacere, gocciolando fluido dalla punta.

    "È fottutamente pronto," ringhiò George.

    Le dita di Fred nei suoi capelli si strinsero. "Cazzo, sì."

    "Lo leghiamo o gli facciamo un pompino?" chiese George, dando un'altra girata e ridendo quando Harry gemette in risposta sia alle parole che alla pressione.

    Fred più che rispondere fece un verso simile a un gorgoglio quando Harry succhiò con più forza. George rise di nuovo e Harry sentì la sua mano scivolargli più in basso, in mezzo alle gambe. Harry quasi si strozzò quando Fred spinse più a fondo nella sua bocca e le dita di George gli si avvolsero intorno al cazzo. Non si sarebbe potuto trattenere nemmeno se ne avesse avuto l'ordine, sgroppando violentemente mentre veniva.

    Fred lo seguì subito dopo, sparando la sua sborra nella gola di Harry. Lui faticò a ingoiarla mentre gli riempiva la bocca, colando fuori e gocciolandogli giù per il mento. Fred si tirò indietro mentre ancora veniva, schizzando Harry in faccia.

    "Lurida troia," ringhiò George, strizzando in modo quasi doloroso il cazzo di Harry che ancora palpitava. Entrambi gli uomini si fecero da parte, e Harry cadde in avanti, su mani e ginocchia, ansimando. Non gli avevamo mai permesso di venire così presto durante il gioco, e sperava di non averli delusi.

    George si alzò. E quando Harry guardò in su, vide Fred che succhiava e leccava il suo sperma dalla mano del fratello. Poi si baciarono, e la faccia di Harry si fece rossa, sentendosi sia imbarazzato che eccitato a quella vista. Entrambi guardarono verso di lui nello stesso momento, sorridendogli mentre si giravano. "Vieni qui," disse Fred, allungando una mano verso Harry.

    Harry si alzò in piedi, tremante. Se lo attirarono vicino, piegando le teste verso la sua. Lui rabbrividì quando cominciarono a leccare la sborra di Fred dalla sua faccia, succhiando e baciando sia lui che fra di loro in una danza pasticciata di labbra e lingue. La paura di Harry riguardo all'essere venuto troppo presto fu di breve durata dato che il suo uccello cominciò a sussultare e riempirsi in risposta.

    Le mani dei suoi amanti scivolarono sopra i loro corpi e sul suo, accarezzando e strizzando. Harry rabbrividì, il culo che si stringeva di nuovo attorno al plug, mentre si chiedeva cosa avessero pianificato. Fu allora che si accorse che avevano cambiato il letto. Strinse gli occhi e si accigliò, cercando di capire perché era stato alzato tanto da raggiungere un'altezza doppia dal pavimento. Era quasi come un tavolo imbottito. Arrossì quando si accorse che entrambi lo stavano osservando.

    "Pronto ad averne ancora, troia?" chiese uno di loro, probabilmente George, e entrambi ghignarono.

    "Sì signori," rispose Harry e gemette di nuovo quando una mano grande si avvolse attorno al suo cazzo, dandogli una gentile strizzata.

    "Piegati sul bordo del letto," comandò quello che gli teneva il cazzo, che diede un'altra tirata prima di lasciarlo andare.

    Harry si mosse con entusiasmo per obbedire. Voleva anche spalancare le gambe, ma il letto era ormai un po' troppo alto per quello.

    "Vediamo quanto è davvero flessibile la nostra troia," sentì dire, e poi entrambi i gemelli ridacchiarono, mentre lo spingevano un po' in avanti in modo tale che le sue dita dei piedi toccassero a malapena il pavimento e che lui fosse sdraiato ancora di più sul letto, una guancia che ci premeva sopra.

    "Piega le ginocchia, come una rana," gli venne detto, e mentre cercava di capire come fare, sentì delle mani sulle gambe che lo aiutarono a posizionarsi. Era una posa difficile che gli sollevò un poco l'inguine, in modo tale che il suo uccello penzolava sotto di lui, sfiorando a malapena la superficie morbida. Le mani allungate sopra la testa, le ginocchia ai lati del corpo, si sentiva oscenamente esposto. Una sensazione lo attraversò, tanto eccitante che il culo si contrasse di nuovo attorno al plug.

    Delle mani lo stavano coccolando, carezzandogli la schiena, le cosce, i polpacci e il culo. Harry si guardò oltre la spalla e osservò i due avvicinarsi e baciarsi mentre lo toccavano. "Oh, cazzo," boccheggiò quando si rese conto di cosa significasse quella posizione. Stava davvero per realizzare il suo desiderio.

    "Esatto," dissero insieme i gemelli, interrompendo il bacio. Una mano si chiuse intorno alla base del plug e lo tolse con lentezza dal culo di Harry. Lui si contorse e gemette, sentendosi troppo vuoto dopo averlo avuto dentro tanto a lungo.

    "Per favore," pregò.

    "Vuoi essere allargato da entrambi i nostri uccelli?" chiese Fred, e Harry gemette in risposta, incapace di rispondere mentre tre dita si tuffavano nel suo buco tremante. Le sue dita si aggrapparono alle coperte del letto mentre lui s'inarcava contro di esse.

    Udì un suono simile ad uno schiaffo e guardandosi alle spalle vide George che spalmava di lubrificante sia il suo uccello che quello del fratello, ed entrambi rilucevano alla luce di candela della stanza. Nessuno dei due era poco dotato, e per un momento Harry, fantasie a parte, temette di non essere in grado di prenderli entrambi. Poi i due si schiacciarono l'uno contro l'altro, la mano di George attorno entrambi i cazzi mentre i gemelli si baciavano. Il corpo di Harry ebbe un brivido voglioso, stringendosi sulle dita di Fred che erano dentro di lui. "Oh, per favore, sì," implorò.

    I due si separarono, con la saliva che gocciolava dalle labbra arrossate in un modo che faceva pensare ad altri fluidi. Lingue lapparono di nuovo, labbra si succhiarono a vicenda e Harry guaì. Quando si interruppero, fu per sorridergli con la stessa aria malandrina. "Affamato d'uccello?" lo stuzzicò uno.

    "Oh, sì, per favore, scopatemi, usatemi," supplicò Harry, sollevando il culo come implorazione.

    I due risero, un suono profondo e sexy, mentre si facevano avanti insieme. Le dita scivolarono fuori dal culo di Harry e sentì la sensazione nuova di due cazzi che si strusciavano contro la sua apertura dilatata. Sia l'uno che l'altro sarebbero ormai entrati con facilità, ma l'idea che potessero farlo entrambi sembrava ancora impossibile. Harry iniziò ad ansimare, eccitazione e paura in competizione per sopraffarlo.

    Mentre George ancora teneva in mano entrambi gli uccelli, sfregando le due punte sul bordo sensibile della sua apertura, Fred mise una mano sul fianco di Harry, dandogli qualche pacca. "Rilassati," gli disse per calmarlo. "Amerai avere entrambi i nostri grossi uccelli che ti riempiono."

    Quelle parole avrebbero dovuto spaventarlo ancora di più, ma invece il suo stesso uccello ebbe un potente fremito e Harry si inarcò, spingendo il proprio buco contro quelle punte gemelle. Al che tutti e tre gemettero, la pressione intensa mentre Harry sentiva il suo corpo tendersi attorno a quelle protuberanze scivolose. Fred e George continuarono quello che lui aveva iniziato, premendo in avanti con gemiti identici mentre guidavano i loro cazzi dentro di lui.

    La sensazione era totalmente diversa da qualsiasi altra provata prima. Sebbene lavorassero insieme, l'avanzamento dei due cazzi era abbastanza disomogeneo da talvolta far scivolare in avanti uno più dell'altro, in modo tale che sentisse distintamente l'uno e l'altro, per poi muoversi assieme come un unico cazzo enorme. Il cuore di Harry stava martellando e il suo corpo tremava, alternativamente spaventato di essere spaccato a metà e terrorizzato che si sarebbero fermati.

    I suoi amanti era sempre vocali, ma sembravano avere a malapena parole per quello, più che altro riempiendo l'aria di gemiti, punteggiati di "cazzo" e "oh, sì". Avrebbero potuto essere solo minuti, ma fu probabilmente di più, quando Harry finalmente sentì delle anche toccare entrambi i lati del suo culo e due paia di palle appoggiarsi alle sue. I tre, in accordo silenzioso, si fermarono, ansimando e rabbrividendo.

    "Porca puttana, è fantastico," riuscì finalmente a dire uno dei due e Harry non poté evitare di immaginarsi che spettacolo fosse, spalancato e impalato su quei due uccelli. Annuì, ancora col fiatone, mentre il suo corpo continuava a contrarsi intorno a quell'intrusione cui non era abituato.

    La mano sul uo fianco, carezzando con dolcezza, riportò la sua attenzione al fatto che qualcuno stesse parlando di nuovo. "Ci sei ancora, Harry?"

    Harry lasciò andare il fiato con un sospiro, annuendo ancora. "Sì, va… bene," riuscì a dire.

    "Vuoi di più?"

    "Cazzo, sì, vi prego," rispose, il suo corpo che lo incitava a muoversi, e sollevò di nuovo i fianchi, dando una strizzata ai cazzi dentro di lui. Fu premiato da un coro di gemiti. Poi una mano sull'altra sua anca si strinse e i gemelli iniziarono a muoversi, scivolando indietro di poco prima di spingersi di nuovo avanti. Sembrava un movimento più ampio di quello che era, le gambe e le braccia di Harry tremarono e lui addirittura ringhiò. "Di più… vi prego."

    "Cazzo, sì!" E allora si mossero davvero, scivolando dentro e fuori, ogni volta un po' di più e un po' più veloce. E ogni movimento sembrava troppo ampio eppure fantasticamente grandioso allo stesso tempo. Dolore e piacere iniziarono a fondersi mentre gli uccelli strusciavano avanti e indietro sulla sua prostata. Harry si lasciò andare, non trattenendo nemmeno un singolo suono mentre gemeva e imprecava e urlava ad ogni spinta. La sua pelle era fradicia di sudore e il suo viso era bagnato di lacrime mentre i due iniziavano a spingere forte abbastanza da farlo oscillare avanti e indietro contro il letto, il suo stesso cazzo che spingeva contro il tessuto soffice sotto di lui.

    Li udì elogiarlo, singhiozzando "fottutamente splendido," e "una troia così sexy," mentre lo scopavano. Harry non riusciva nemmeno più a pensare in parole, e a quel punto avvertire chiunque che stava per venire era oltre le sue possibilità. Probabilmente potevano intuirlo dal modo in cui stava muovendo i fianchi per incontrare le loro spinte e sfregando l'uccello contro il letto mentre si muovevano bruscamente. Per Harry era come essere sospeso a lungo, conscio solo delle sensazioni dentro di sé. Quando l'orgasmo lo colpì fu come un'eruzione improvvisa, che lo attraversò in modo talmente potente e veloce che si sentì come se ogni muscolo del corpo si tendesse per poi cedere. Le urla dei due uomini dietro di lui fecero eco al suo.

    Fece quasi più male quando scivolarono fuori dal suo corpo, il suo buco di colpo troppo vuoto e gocciolante di sborra mentre lui rimaneva sdraiato, ansimante e tremante, incapace di controllare i propri movimenti. I suoi occhi erano serrati e le mani artigliavano con forza le coperte.

    Quando alla fine udì il proprio nome, fu vagamente conscio che non era la prima volta che l'avevano detto.

    "Harry, sei ancora con noi?" la voce suonò allo stesso tempo sia divertita che preoccupata.

    "Sì," riuscì a sbuffare, ma non era sicuro che fosse uscito come una parola. Perciò si leccò le labbra e ci riprovò. "Bene," disse allora. Poteva sentire che si erano entrambi messi a letto con lui, uno per parte. Delle mani gli carezzarono con gentilezza la schiena e liberarono dai capelli umidi la sua faccia decisamente sudata. Non sapeva quale dei due gemelli si ritrovò davanti quando aprì gli occhi.

    "Ciao," gli disse questi, sorridendo con gli occhi luminosi di piacere. Harry sorrise di rimando e l'altro sembrò sollevato mentre parlava con il suo gemello. "È ok."

    "Certo che lo è, Fred," gli rispose la voce da dietro in tono orgoglioso, una mano che accarezzava la nuca di Harry con approvazione.

    "Ce l'ho fatta," disse Harry, probabilmente con aria un po' idiota, ma orgoglioso del successo.

    Il ghigno di Fred si allargò. "Sì, sei fantastico."

    Harry si sentì scaldare da quel complimento e di colpo si sentì talmente assonnato da non riuscire a tenere gli occhi aperti un secondo di più. Quando più tardi si svegliò, era stato spostato al centro del letto e non si sentiva più appiccicoso, perciò immaginò che avessero usato qualche incantesimo pulente. Entrambi gli uomini erano ancora sdraiati ai suoi lati, le braccia intorno alla sua vita in modo da tenersi anche per mano. Harry rimase lì sdraiato, il corpo ancora indolenzito, ma decisamente soddisfatto mentre ascoltava il ritmo dei loro respiri regolari.


    Capitolo 4: Whore (Puttana)



    Diversi mesi trascorsi come la "troia affamata di cazzo" di Fred e George avevano dato a Harry l'occasione di esplorare un numero sempre maggiore di fantasie, di testare i suoi limiti. Però si era ancora imbarazzato quando aveva ammesso quella più recente. Era la fantasia più sporca di sempre.

    Fred e George si erano scambiati dei sorrisetti saputi e avevano risposto all'unisono, "Si può fare, decisamente." Harry era stato troppo nervoso per decidere se stavano scherzando o promettendo.

    Quando Harry arrivò quel sabato sera, tirato a lucido dentro e fuori, e dopo aver seguito alla lettera tutte le regole che gli erano state date, si stupì di trovare solo Fred ad aspettarlo. "George arriverà tra poco," gli disse. "Nel frattempo spogliati per noi e aspetta in ginocchio."

    Harry lo fece con entusiasmo, in attesa di qualcosa, ma ancora incerto di quale sarebbe stato il passo successivo nella sua corruzione. Udì delle risate e fu sorpreso quando George spuntò dalle scale con un braccio attorno alla vita di un bel biondino.

    "Lui è Danny," lo presentò George.

    Gli occhi del biondo caddero su Fred e Harry, poi si girò verso George. "Due in più vuol dire tariffa tripla," disse.

    "Nei hai mai avuti tre o più in una volta?" lo sfidò George, e Danny gli assicurò di essere ben più che in grado ed entusiasta di prenderli tutti e tre.

    Harry non era convinto di quell'ultimo sviluppo. Non avevano discusso di coinvolgere un prostituto. Danny era abbastanza carino e forse sembrava di poco più giovane di Harry, con un fisico simile, asciutto. I suoi capelli erano di color biondo sabbia e gli occhi marrone chiaro. I lobi della troia sfoggiavano dei piercing e, come Harry avrebbe scoperto a breve, li avevano anche i capezzoli.

    George e Fred passarono diversi minuti a baciare, palpeggiare e spogliare Danny mentre Harry veniva lasciato in ginocchio sul pavimento, a sentirsi quasi dimenticato. Anche se Harry apprezzava guardare, aveva sperato in più attenzioni. Fred sollevò un sopracciglio verso Harry "Che ne pensi, Harry? Ti piacerebbe essere una troia per stanotte e prendere un sacco di cazzi?"

    L'uccello di Harry guizzò a quelle parole. Parole che echeggiavano la sua fantasia. "Uhm, sì, signore," ammise arrossendo. I gemelli risero e Danny ghignò.

    George e Fred fecero sdraiare Danny sul letto, baciandolo ancora, e poi presero una fiala di vetro dal comodino lì accanto. "È solo una cosuccia per rendere la notte più interessante," disse George, offrendolo alla puttana. Danny gli lanciò un'occhiata interrogativa, ma quando George gli offrì più soldi, mandò giù la pozione. Fred afferrò la fiala al volo quando Danny la lasciò cadere, gli occhi che gli si chiudevano e il corpo che si accasciava sul letto, addormentato.

    "Vieni qui, Harry," disse George, e Harry rispose alla chiamata, gattonando sul letto. Era sorpreso. Ovviamente gli avevano dato una pozione sonnifera.

    Fred rotolò via dal letto e lasciò la stanza, mentre George prese una mano di Harry e la passò su e giù lungo il corpo incosciente di Danny. "Un corpo niente male. Molto simile al tuo," disse, sorridendogli. Confuso, Harry si limitò ad annuire, le dita che giocherellavano con i piercing ai capezzoli del ragazzo.

    Di ritorno con un'altra fiala in mano, questa volta che ribolliva, Fred allungò una mano, strappò un capello dalla testa di Danny e lo fece cadere nella pozione. La porse a Harry. "Bevi."

    Harry sbarrò gli occhi quando si rese conto di quale fosse il piano. Quella notte avrebbe preso le sembianze della puttana, e probabilmente anche il ruolo. Si preparò al gusto orribile e buttò giù la pozione polisucco. "È una versione modificata," disse George con un sorriso orgoglioso.

    "Pensiamo che durerà all'incirca sei ore, ora più ora meno," concluse Fred mentre Harry ricadeva sul letto, percependo i cambiamenti in tutto il corpo. Quando guardò giù, i suoi peli pubici non erano più neri. Al loro posto c'erano dei riccioli biondi.

    George rimosse gli anelli dai capezzoli di Danny e allungò una mano verso Harry. Gli strattonò i capezzoli e Harry trasalì, sorprendendosi quando George spinse i cerchi attraverso i buchi che si erano formati durante il cambio di forma. Harry si agitò: il suo cazzo era diventato duro molto prima che i piercing venissero messi al loro posto e che avesse un collare intorno al collo.

    "Una puttana così carina," disse George, facendo scorrere le dita fra i nuovi capelli biondi di Harry. "Hai ancora voglia di quella gang bang, troia?"

    Harry gemette, preoccupato che avrebbe potuto venire solo all'idea. Fred ghignò e sfoderò un largo anello d'argento, posizionandolo attorno all'uccello e alle palle di Harry, per poi sussurrare un incantesimo che lo fece rimpicciolire fino a stringere per bene la base. "Niente orgasmo finché non avrai servito tutti i partecipanti alla festa," lo avvertì.

    "Festa?" domandò Harry con entusiasmo, mentre Fred e George lo tiravano in piedi e gli avvolgevano un mantello attorno alle spalle.

    "Sì, stasera sarai L'Intrattenimento per la gang bang di Oliver Baston," spiegò George, ed entrambi ghignarono all'espressione di famelica anticipazione sulla faccia di Harry. Tempo prima aveva detto loro di aver avuto una cotta per il suo ex capitano di Quidditch. Specialmente dato che l'uccello di Baston era rinomato tanto quanto le sue capacità atletiche. Harry divenne di colpo curioso su chi altro sarebbe stato presente.

    "Solo un paio di amici con gli uccelli più grossi," gli assicurò George e rise deliziato alle guance arrossate di Harry. "Sei una tale troia affamata di cazzo," lo prese in giro mentre attaccava il guinzaglio al suo collare, facendolo rabbrividire.

    Detto quello, i due lo presero per i gomiti e lo condussero al camino, gettando la polvere nel focolare e dando ad alta voce l'indirizzo di Baston prima di entrare nelle fiamme.

    ***



    Uscirono dal camino e si ritrovarono nel salotto di casa Baston, la festa già cominciata prima ancora del loro arrivo. Harry si fece subito cadere in ginocchio come da istruzioni, mentre Fred e George salutavano il padrone di casa.

    "Bel giocattolino ci avete portato stasera. Sicuri che ce la farà a prenderci tutti?" li sfidò Oliver.

    Harry non poté evitare di alzare lo sguardo per lanciare un'occhiata e vedere chi erano 'tutti'. Oltre a Oliver c'erano solo altri due uomini nella stanza. L'uccello di Harry gocciolò dall'eccitazione quando li vide. Da un lato, con in mano un bicchiere di un qualche liquore scuro, c'era Viktor Krum. E all'altra estremità della stanza, accomodato su un'ampia poltrona, c'era Charlie Weasley. Tutti quanti indossavano delle vestaglie, palesemente nudi sotto il tessuto serico.

    George e Fred annuirono, indicando Harry. "Oh, è proprio una troietta in calore," disse Fred, e George tirò uno degli anelli a un capezzolo, strappando a Harry un ansito e al suo cazzo un fremito.

    Oliver lo osservò, poi allungò una mano per strattonare l'altro anello. "Sei pronto a farti scopare da tutti noi, troia?" chiese, la voce più profonda di quanto Harry ricordasse.

    Gli strattoni ai capezzoli sembravano andare direttamente all'uccello di Harry, che gemette. "Per favore, signore," implorò.

    Tutti gli uomini nella stanza risero in apprezzamento. "Perché non ci fate vedere qualcosa, prima?" suggerì Oliver ai gemelli, che ghignarono annuendo.

    George diede uno strattone al guinzaglio di Harry, che gattonò fino a un materasso sottile posto sul pavimento, al centro della stanza. Oliver e Viktor si accomodarono sul divano, mentre Charlie annuiva in saluto ai fratelli.

    Mentre aspettava a quattro zampe, circondato da cinque degli uomini più sexy che avesse mai incontrato, Harry era equamente diviso fra nervosismo ed eccitazione. L'avrebbero davvero scopato tutti, quella notte? Poteva davvero prenderli tutti? Di sicuro era impaziente e desideroso di provarci.

    Fred gli si mise davanti e George dietro. Obbediente, Harry aprì la bocca per l'uccello di Fred, poi sentì le mani di George spalancargli il culo, e dita lubrificate farsi strada dentro di lui. Gemette, succhiando con maggior forza, mentre George pompava prima due, poi tre dita, dentro e fuori dal suo buco. George non perse molto tempo, dato che Harry si puliva e preparava sempre prima di incontrare i gemelli. Spinse il suo cazzo dentro Harry, e i gemelli stabilirono il loro ritmo, scopandolo da entrambi i capi, mentre gli altri guardavano e facevano commenti incoraggianti.

    "See, date alla troia i vostri uccelli," li spronò Oliver, e Viktor grugnì un assenso. Fred e George continuarono i loro soliti discorsi su quanto Harry fosse un "succhiacazzi affamato" e una "sporca troia". George gli venne dentro e poi fece a cambio di posto con il gemello, facendo leccare a Harry il suo uccello appiccicoso per pulirlo, mentre Fred lo fotteva.

    "Chi è il prossimo?" chiese Fred, dopo aver riempito anche lui il culo di Harry.

    "Perché non cominci tu, Viktor?" suggerì George con un ghigno.

    "Sicuri che può prenderlo?" li sfidò Viktor. Harry alzò lo sguardo e sbarrò gli occhi. Viktor aveva aperto la vestaglia e si stava carezzando il cazzo. Harry era stato scopato da entrambi i gemelli allo stesso tempo, una volta, ma quello sembrava persino più largo dei due loro uccelli messi insieme.

    Oliver colse la sua occhiata e rise. "Già, è spesso quanto la mazza di un battitore," spiegò.

    Fred spinse un paio di dita nel buco gocciolante di Harry, sfregando sulla sua prostata quanto bastava per farlo mugolare. "Vieni a giocare con il nostro giocattolino, Viktor. Credo scoprirai che è davvero una troia affamata di cazzo."

    Viktor si posizionò di fronte a Harry, fece scivolare via la sua vestaglia, e il suo cazzo spesso ondeggiò davanti alla faccia di Harry. "Bacialo, troia," ordinò il bulgaro.

    Harry rabbrividì deliziato, e si sporse in avanti per posare le labbra sull'enorme cappella. Poi aprì la bocca, tentando di avvolgercela intorno. Viktor gemette, tenendo fermo il suo cazzo mentre Harry lo ricopriva di saliva, leccando e succhiando lungo l'asta. L'uomo tremò, poi si allontanò dalla bocca di Harry. Le dita di Fred scivolarono fuori dal buco di Harry, e fece spazio a Viktor perché prendesse il suo posto fra le gambe di Harry.

    "Lo allargherà per bene," disse Oliver, a metà fra il deliziato e l'inorridito.

    Harry rabbrividì, accasciandosi sui gomiti mentre spingeva il culo verso l'alto, poi rimase in attesa. Fred e George si erano posizionati ai suoi lati, e sentì le loro mani sulle chiappe, che vennero spalancante per l'uccello di Viktor mentre questi iniziava a sfregarglielo contro. Viktor gemette di nuovo e Harry gli fece eco, tremando quando sentì la punta enorme contro il suo buco, che ancora palpitava per la scopata dei gemelli.

    "Daglielo: la nostra sporca troia lo vuole," insisté George, una mano che accarezzava la schiena di Harry.

    E Viktor lo fece. Si spinse dentro, la carne gonfia del suo uccello allargò il buco di Harry più di qualunque altra cosa avesse tentato prima. Bruciava, e Harry inspirò boccate d'aria annaspando, gli occhi chiusi mentre si spingeva indietro, cercando di aprirsi e lasciarlo entrare. Ci fu un momento in cui pensò di non essere in grado di prenderlo, quando il suo cuore gli martellò nel petto e le dita si aggrapparono al materassino con tanta forza da far male. Poi, con quello che credeva avrebbe dovuto essere un 'pop' udibile, la punta fu dentro, il dolore che scemava dato che la parte più ampia era ormai oltre lo stretto anello di muscoli. Sia Harry e Viktor gemettero ancora, e gli uomini che stavano a guardare sembrarono far loro eco.

    "Cazzo, sì!" li incoraggiò Oliver. "Guarda che roba."

    La faccia di Harry era sepolta fra i suoi avambracci, mentre il suo corpo rabbrividiva attorno a quella circonferenza. Dopo un momento sentì Fred e George lasciargli andare i glutei, e le mani forti di Viktor afferrargli i fianchi. Poi Viktor iniziò a spingere e la testa di Harry scattò su e il fiato lo abbandonò in un lungo "oohhhh!" Sentì le palle di Viktor schiaffeggiare le sue, provocando a entrambi un altro brivido.

    "Dagli quel grosso cazzo," e "sbattiglielo dentro," lo incoraggiarono i gemelli. Uno di loro, forse George, si spostò davanti alla testa di Harry, una mano che gli carezzava i capelli mentre l'altra gli afferrava una spalla per stabilizzarlo. Fred gli stava accarezzando la schiena in modo incoraggiante. E poi cominciò la scopata vera e propria, Viktor che grugniva e ringhiava mentre iniziava a sbattersi il culo di Harry. Era come se ogni spinta gli martellasse la prostata, e Harry ogni volta guaiva e urlava, con l'uccello che rimbalzava, duro e pieno e impossibilitato a venire per via dell'anello.

    Poteva sentire il sudore di Viktor che gli gocciolava sulla schiena, e le poche parole che urlava o erano biascicate, o in bulgaro, perché Harry non le capiva. Ma suonavano decisamente come ruggiti di avvertimento di un intenso orgasmo imminente. E poi quel grosso uccello si contrasse dentro Harry, e Viktor aggiunse altra sborra al viscidume che già si trovava nel culo di Harry. Per un minuto, l'unico suono fu un coro di respiri affannati, mentre Viktor era accasciato sulla sua schiena, le sue mani grandi ancora ancorate ai sui fianchi.

    "Bel lavoro," disse Oliver, e Harry quasi si mise a ridere, perché in quel momento sembrò di nuovo un capitano di Quidditch.

    Viktor sbuffò divertito, tirandosi indietro e sfilando il suo uccello ancora mezzo duro dal corpo di Harry con un suono bagnato. Harry percepì il fiotto di sperma cominciare a colare fuori dal suo buco. "La troia pvò cavalcare la scopa?" domandò, ancora con il fiato corto.

    Dai pettegolezzi che aveva sentito, Harry aveva un'idea di quale fosse la battuta. Sollevò la testa, i capelli biondi, fradici di sudore, appiccicati alle guance e guardò in direzione di Oliver.

    Oliver era ancora sul divano, le gambe spalancate e la vestaglia aperta. Quello che Harry vide fu che le storie non erano affatto esagerate. Il cazzo di Oliver doveva essere lungo almeno venticinque centimetri. L'uomo fece un sorriso tutto denti a Harry. "Ce la fai a pigliare Il Bastone?" scherzò.

    Gli altri risero. "È talmente lungo che lo chiamano Il Manico di Scopa," spiegò Fred.

    "Oh, la nostra troia lo può cavalcare," rise George. "Può cavalcare qualsiasi cosa."

    Harry apprezzò non solo la presa in giro al cazzo di Oliver, ma anche il riferimento dei gemelli alla vera identità di Harry. Nessuno, a parte loro, sapeva che stavano punzecchiando Harry Potter. Era esaltante essere trattato solo come una troia e non qualcuno che loro conoscessero. E di sicuro non L'Eroe.

    Lanciando un'occhiata da Fred a George per chiedere il permesso, e ottenendo dei cenni di assenso e ghigni da entrambi, Harry gattonò fino al divano, piazzandosi fra le ginocchia di Oliver. "Posso?" chiese con timidezza.

    Baston sventolò una mano in direzione del suo uccello. "Serviti pure," scherzò.

    Harry allungò una mano, facendo scivolare le dita su per la lunghezza in un gesto amorevole come quello che aveva usato per accarezzare la sua firebolt. "Bel manico," fuseggiò. "Posso lucidarlo, signore?"

    Tutti risero in apprezzamento, e Oliver inarcò le sopracciglia. "Be', di certo ci puoi provare."

    Viktor si sedette sul divano da un lato, George dall'altro, e Fred sul bracciolo, tutti pronti per lo spettacolo.

    Harry avvolse una mano attorno all'erezione e iniziò a massaggiarla, il prepuzio che scivolava contro il suo palmo e il suo pollice che sfregava sulla cappella ogni volta che risaliva. Le palpebre di Oliver crollarono e la bocca gli si aprì in un "ahhh" deliziato.

    Harry si mise in ginocchio, puntando il cazzo di Oliver verso di sé in modo che la lingua potesse leccarne la punta mentre una mano lo lavorava su e giù e l'altra restava aggrappata alla coscia di Oliver.

    "Ecco la nostra troia. È così affamata," annunciò uno dei gemelli, e Oliver annuì, felice.

    Dopo diversi minuti di venerazione dell'uccello di Oliver, Harry alzò lo sguardo e scoprì che lui lo stava osservando.

    "Ce la fai a cavalcarlo?" Il tono era di sfida, ma dolce abbastanza da lasciargli la possibilità di rifiutare.

    Harry sorrise, annuendo. Diede alla fessura gocciolante di Oliver un altro giro di lingua e poi si tirò indietro, le mani che lasciavano andare il cazzo con delicatezza. Harry si alzò in piedi, e Fred e George gli si misero accanto, prendendolo per le mani per aiutarlo a salire sul divano. Con i piedi ai lati delle anche di Oliver e le mani aggrappate a quelle spalle forti, Harry si abbassò. Con una mano, Oliver si tenne il cazzo, che svettava alto e dritto dal suo grembo, in attesa di Harry.

    Quando ne sentì la punta sfiorargli le palle, Harry rabbrividì. Le mani di Fred corsero sui suoi fianchi, aiutandolo e guidandolo finché Oliver posizionò il suo cazzo. La sborra colava dal buco di Harry, ricoprendo l'uccello di Oliver. "Be', sei lubrificato a sufficienza," osservò l'uomo, e Harry non poté fermare il rossore che gli scaldò la faccia, cosa che sembrò deliziare Oliver, che gli sorrise. "Quando vuoi."

    Harry rabbrividì alla prima spinta lenta del cazzo nel suo canale sensibile. Ne aveva già presi tre, e le sue terminazioni nervose erano più che pronte. Ebbe uno spasmo intorno a quell'ultima intrusione, il suo stesso uccello scattò in risposta. "Ahhh," gemette mentre si spingeva verso il basso, accogliendo la lunga erezione di Oliver più a fondo. La prima metà fu facile, ma quando raggiunse una posizione accovacciata, con Fred che ancora lo aiutava a reggersi, Harry sentì le sue interiora iniziare a stirarsi, per via di quell'uccello che stava arrivando più a fondo di qualsiasi altra cosa avesse mai provato.

    Gli occhi di Oliver erano fissi sul suo stesso cazzo, le mani che stringevano i cuscini del divano mentre osservava Harry calarsi giù e ingoiarlo. "Oh, cazzo, sì!" gemette.

    "La puttana lo prenterà tutto," concordò Viktor, accarezzando la sua seconda erezione mentre guardava.

    Harry fece un altro lungo respiro prima di lasciare che la gravità lo portasse alla fine del percorso, le sue palle bagnate di sborra premute contro la pelle di Oliver e le ginocchia schiacciate contro i fianchi dell'altro. Ansimando, Harry fece una pausa, cercando di abituarsi alla sensazione di avere un cazzo tanto a fondo che avrebbe giurato gli arrivasse fino all'ombelico.

    Lo sguardo di Oliver scivolò lungo il suo corpo e incontrò i suoi occhi. "Ok?" chiese.

    Harry sbatté le palpebre e poi ghignò. "Fantastico," disse, la voce affannata e tesa. Oliver gli sorrise di rimando, annuendo. Harry strinse i muscoli e rise soddisfatto quando l'altro scattò. "Adesso ti cavalco," dichiarò con un piccolo ghigno.

    "Troietta sfacciata," gli rispose Oliver, deliziando Harry.

    "Davvero," risposero contemporaneamente Fred e George. "Fagli vedere," disse George quando Harry guardò verso di lui.

    Harry spinse verso l'alto, ondeggiando un po' in avanti mentre scivolava di nuovo lungo quell'erezione infinita, e poi ricadde giù, prendendola tutta. Pensò di vedere gli occhi di Oliver rovesciarsi all'indietro mentre l'uomo gettava la testa contro lo schienale del divano e rabbrividiva.

    "Sì, cavalcalo, fagli vedere cosa sai fare!" urlò Fred, come se stesse facendo il tifo per Harry durante una partita di Quidditch.

    Harry si lasciò andare, ondeggiando su e giù sul cazzo di Oliver, e quando prese il ritmo ogni discesa si fece sempre più veloce e brusca. Il cazzo di Harry schiaffeggiava l'addome tonico di Oliver a ogni spinta verso il basso. I suoi occhi erano socchiusi, e la sua concentrazione era totalmente focalizzata sui movimenti del suo corpo.

    "Fottutamente fantastico," dichiarò George, e gli altri concordarono, aggiungendo, "cavalca quella scopa," e "prendi quel manico".

    Oliver era oltre le parole, gemeva e si spingeva verso l'alto per andare incontro a Harry ogni volta. Harry sentiva la pancia agitarsi e tremolare ad ogni colpo. Era il genere di cosa che faceva male, ma in modo fantastico, anche se sapeva già che il giorno dopo sarebbe stato indolenzito. Però domani poteva aspettare, perché Harry stava cavalcando Oliver Baston come il talento naturale che era.

    Oliver stava ansimando e gemendo. Afferrò le anche di Harry e vi si aggrappò forte, inarcandosi con tanta forza e tanto in alto che il suo culo si sollevò dal divano mentre si seppelliva nel corpo di Harry e lo teneva fermo.

    Harry avrebbe giurato di aver percepito quell'orgasmo tremante tanto a fondo e con tale forza che non si sarebbe sorpreso di scoprire che gli aveva gonfiato la pancia. La sua testa scattò all'indietro con un urlo di dolore e piacere, e fu immensamente grato che ci fosse lì Fred, a reggerlo per le spalle per evitare che rotolasse via da Oliver e dal divano.

    Quando Oliver collassò di nuovo sul divano, Harry collassò con lui, accasciandosi in avanti finché la sua faccia sudata fu premuta contro il petto altrettanto sudato dell'altro. I due stavano tremando e ansimando.

    "Lui gioca Quidditch?" chiese Viktor. Voleva essere una battuta, naturalmente, e tutti ridacchiarono. Quando Harry lanciò un'occhiata di sottecchi a George, il peldicarota gli fece l'occhiolino.

    Harry era ancora incredibilmente eccitato, il cazzo schiacciato tra il suo corpo e quello di Oliver, e pulsava a tempo con il suo battito cardiaco impazzito. Alzò lo sguardo e vide che Oliver gli stava sorridendo. "Gran bella sgroppata," gli disse, arruffandogli i capelli temporaneamente biondi.

    "Già," gli rispose, sorridendo di rimando.

    Rialzarsi fu un po' difficoltoso, e Harry fu di nuovo grato per l'aiuto di Fred. Quell'uccello che andava ammorbidendosi, pur restando impressionante, scivolò fuori dal suo corpo con un altro getto di liquido.

    "E adesso ne ha presi quattro su cinque," annunciò Fred, e gli occhi di tutti si posarono sull'uomo in poltrona.

    Charlie era rimasto in silenzio, senza unirsi allo scambio di battute durante la serata. Harry, tornato a inginocchiarsi sul pavimento, alzò gli occhi e trovò lo sguardo dell'uomo puntato su di lui. Si stupì quando le guance di Charlie si arrossarono.

    "Non è costretto a farlo. Non è qualcosa che mi aspetto," disse, gli occhi attenti e rassicuranti fissi in quelli di Harry.

    "Può prendere il drago," disse George con voce burbera.

    Gli occhi di Charlie si alzarono sui gemelli, che erano in piedi ai lati di Harry. "Non lo forzate," li avvertì.

    Harry spalancò gli occhi e sentì un brivido di anticipazione. Drago? Lanciò un'occhiata al pacco di Charlie. Aveva ancora addosso la vestaglia, il tessuto ammassato fra le gambe, ma sfoggiava una protuberanza ben evidente. Harry si leccò le labbra, impaziente di vedere cosa gli stava offrendo. Gattonò fino a trovarsi di fronte a Charlie.

    L'attenzione di Charlie era tornata su Harry, gli occhi blu scuro intenti. Non si mosse, non allargò le gambe; una mano rimaneva, quasi casualmente, appoggiata sul suo grembo.

    Harry spostò lo sguardo da lì alla faccia di Charlie. "Per favore, posso vedere?"

    "Faglielo vedere, Charlie," lo incoraggiò Oliver.

    Charlie annuì prima di portare entrambe le mani allo scollo della vestaglia e separare lentamente il tessuto nero. Gli occhi di Harry studiarono con avidità quel petto scolpito, ricoperto di lentiggini e ricci peli rossi, e poi scivolarono più giù, seguendo la striscia di pelle scoperta dell'addome di Charlie. E lì le cose si fecero non solo ben più che bollenti, ma anche interessanti. Ad un primo momento, Harry non era sicuro di cosa stesse guardando. Qualcosa era arrotolato intorno all'ombelico di Charlie e si allungava verso il basso. Non appena altra stoffa scivolò via, Harry si accorse che era un tatuaggio… con delle scaglie. Una lunga coda. Poi il resto della vestaglia venne scostata dal grembo di Charlie e dalle sue cosce.

    Harry sbatté le palpebre.

    Era un drago. Il tatuaggio di un drago, un Palladifuoco Cinese, con il corpo allungato verso il basso, che copriva la zona dove ci si aspettava ci sarebbero stati dei peli pubici rossi. Aveva ampie ali rosse, tese in maniera tale che le punte arrivavano a coprire le anche di Charlie, curvandovisi attorno. E poi il collo della bestia si ergeva –e si ergeva– lungo il pene, e la testa era la punta del suo cazzo. La bocca della bestia era l'uretra, e i suoi occhi… gli occhi erano due sfere di metallo dorato che adornavano le estremità del piercing sulla cappella. Davanti, gli artigli del drago si estendevano verso il basso, curvati intorno alle palle di Charlie, che erano state tatuate per sembrare due uova d'oro.

    "Il Drago in tutto il suo splendore," scherzò Oliver, ma c'era un pizzico di ammirazione nel suo tono.

    Ed era giusto che lo ammirasse, pensò Harry. Non era solo il tatuaggio a lasciare a bocca aperta. L'uccello di Charlie sarebbe stato strabiliante anche senza. Era spesso come quello di Viktor e lungo quanto quello di Oliver. Era magnifico. Le ali sbattevano leggermente sotto il suo sguardo, e Harry sorrise al potere della magia. I suoi occhi seguirono di nuovo tutta la lunghezza, e Harry non poté evitare di leccarsi le labbra quando notò che la bocca del drago stava colando liquido pre-orgasmo.

    "La nostra troia sta sbavando," lo stuzzicò George, e Harry sentì le guance arrossarsi. Non era imbarazzato, ma era sicuro che in tutta la sua vita non si era mai trovato davanti niente di tanto sexy quanto Charlie e il suo drago.

    Harry si obbligò ad alzare lo sguardo su Charlie, che lo stava ancora osservando. "P–posso toccarlo, per favore?"

    Charlie sembrò compiaciuto da quello che aveva visto sul volto di Harry. "Sai come maneggiarlo?" lo punzecchiò.

    Harry fece un sorrisetto e rispose a tono, "Sono sicuro di sì."

    "Allora fa ciò che vuoi," disse Charlie con voce bassa e ricca.

    La mano di Harry tremò quando l'allungò, le dita che andarono ad accarezzare i lati di quell'erezione magnifica, che scattò, le ali che tremavano leggermente. Era così… realistico, che Harry poteva quasi di credere che fosse una creatura a parte, invece che l'uccello del suo amico. Harry l'accarezzò, lasciando che le sue dita giocassero su e giù su quella lunghezza allo stesso tempo soda ed elastica. Udì il respiro di Charlie incastrarglisi in gola.

    Altro fluido gocciolò dalla bocca del drago, e Harry, raccoltolo con le dita, lo massaggiò sull'erezione. Lanciò un'occhiata a Charlie, e vide che aveva gli occhi socchiusi, ma sempre puntati su di lui.

    "Posso baciarlo?" domandò.

    Harry percepì il brivido che attraversò il corpo dell'uomo. Gli occhi di Charlie si chiusero per un momento e annuì, spalancando le gambe per permettere a Harry di avvicinarsi. Scivolando più vicino, Harry si piegò in avanti, inspirando l'odore muschiato dell'uomo prima di schiacciare le labbra sulla punta, sbavandole di fluido appiccicoso, e poi, incapace di resistere, aprì la bocca per leccare.

    Charlie rabbrividì di nuovo, e quando Harry alzò lo sguardo, le labbra ancora a contatto con la punta morbida, l'altro lo stava di nuovo osservando. Incatenando lo sguardo di Charlie al suo, Harry cominciò a roteare la lingua in una spirale sempre più ampia, finché ebbe ricoperto l'intera enorme superficie della punta di saliva. Le labbra ci si tesero intorno, mentre la lingua giocherellava con il piercing che ne attraversava la carne. Charlie spalancò la bocca e sbatté le palpebre. "Oh, cazzo," esclamò.

    "È questa l'idea, fratello," gli rispose Fred, e Harry udì le risatine degli altri.

    Harry non attese di avere il permesso: avvolse la mano intorno la lunghezza e allungò l'altra per toccare quelle uova d'oro. Charlie gemette, gli occhi che gli si chiudevano di nuovo. Harry riusciva a malapena a chiudere la mano intorno alla circonferenza di quel cazzo enorme, ma tanto bastava per iniziare a carezzare e stringere mentre massaggiava quelle grandi palle nel palmo della sua mano. Poi succhiò, la lingua appiattita premuta contro la punta.

    I fianchi di Charlie scattarono e le mani afferrarono i braccioli della poltrona mentre lottava in modo palese per mantenere il controllo.

    Harry fece vibrare la gola. Poteva sentire la vibrazione nell'asta sotto la sua mano, e percepì il tremore delle cosce di Charlie che lo avvolgevano. Harry si fermò, la sua bocca lasciò andare la punta, e le sue mani si bloccarono quando alzò lo sguardo su Charlie. Attese che aprisse gli occhi. Quando lo fece, Harry parlò.

    "Voglio questo," diede una strizzatina, "dentro di me." Harry cercò di rendere palese la supplica anche nei suoi occhi, sul suo viso.

    Sembrò trascorrere molto tempo mentre Charlie lo fissava negli occhi, e la stanza era stranamente silenziosa mentre anche gli altri restavano in attesa. Charlie lasciò andare un lungo respiro tremolante. "Non sei obbligato a farlo. Pochi ne sarebbero in grado, e ancora meno sarebbero disposti a farlo."

    Quella frase glielo fece desiderare ancora di più. In parte era per la sfida, ma era anche per il pizzico di nostalgia nella voce di Charlie.

    "Posso e voglio farlo," disse Harry con sicurezza.

    Charlie sorrise. "Anche io."

    Harry sentì un'ondata di calore scorrergli lungo il corpo, e provò così tanto piacere a quelle parole da restare quasi di sasso. Ingoiò il groppo che aveva in gola e, dando al drago un ultimo bacio leggero, lasciò andare quel meraviglioso uccello. "Come mi vuoi, signore?"

    Charlie sorrise, ma poi lanciò un'occhiata a Fred e George, prima di riportare di nuovo lo sguardo su Harry. "Sulla schiena, gli occhi su di me."

    Harry si precipitò a ubbidire, tornando a stendersi sul materasso, con le ginocchia piegate e le gambe aperte. Fred e George si inginocchiarono ai suoi lati, e agganciarono ognuno un braccio sotto una gamba di Harry, per poi sollevarle e allargarle in modo da tenerlo spalancato per loro fratello. Stavano entrambi sorridendo raggianti a Harry, pieni d'orgoglio. Lo rendeva felice vederli tanto soddisfatti. George lo accarezzò lungo il fianco e Fred gli prese la mano.

    Charlie si alzò, lasciando la vestaglia sulla poltrona. Prese un vasetto da un tavolo lì vicino prima di inginocchiarsi fra le gambe di Harry.

    Il corpo di Harry tremò, nervosismo e desiderio in guerra dentro di lui al pensiero di quell'enorme uccello e di come sarebbe stato sentirselo dentro. Non si era spaventato quando aveva guardato Charlie negli occhi, ma al momento stava iniziando ad agitarsi, preoccupato non solo di essere o meno in grado di farlo, ma anche di deludere Charlie, e anche Fred e George.

    "Guardami," disse Charlie, con tono gentile e inflessibile.

    Harry reagì automaticamente e alzò lo sguardo. Charlie era splendido. Come un dio che si elevava sopra Harry. Charlie aveva aperto il vasetto e stava prelevando con le dita una crema densa, che poi usò per ricoprire il proprio cazzo. Le scaglie del drago brillarono e la coda si contorse con violenza. Charlie parve comprendere l'ammirazione stupita sul volto di Harry e ridacchiò.

    "Guardami negli occhi," si corresse.

    Harry arrossì per essere stato beccato a occhieggiare di nuovo il cazzo dell'altro. Charlie si fece più vicino, finché le sue ginocchia non furono schiacciate contro i lati dei glutei di Harry, il cazzo che svettava fra le gambe di Harry, che riportò la propria attenzione sul volto di Charlie, su quegli occhi, ormai tanto dilatati da sembrare scuri, il nero della pupilla che aveva quasi cancellato il blu dell'iride.

    "Il tuo desiderio è eccitante, la tua sottomissione, splendida," gli disse Charlie.

    "Grazie," sussurrò Harry, provando un'inaspettata esplosione di emozioni, e i suoi occhi parvero inumidirsi.

    "Puoi dirmi di fermarmi in qualsiasi momento," lo rassicurò Charlie.

    "Non ti fermare," implorò Harry.

    Fred diede una stretta alla mano di Harry e George gli afferrò l'altra. Harry fece un respiro profondo, trovando conforto sia nel loro supporto, sia nello sguardo bollente di Charlie. Sentì il primo sfiorar di dita sul suo culo quando Charlie gli spalancò i glutei.

    "Per lo meno sei già ben lubrificato e allargato," disse Charlie tra sé e sé.

    Harry arrossì di nuovo, ricordandosi che stava grondando della sborra di altri quattro uomini. Poi sentì il calore della punta del cazzo di Charlie e la sorprendente freddezza del metallo. Harry non era sicuro se il suo buco si fosse richiuso un po' o se il cazzo di Charlie fosse davvero più largo di quello di Viktor, ma si sentì allargare. Non gli fece male, non ancora. Il corpo di Harry si aprì, come se stesse dando il benvenuto a Charlie al suo interno. Harry non poté evitare di abbassare lo sguardo per osservare il progresso di quella meraviglia dipinta mentre si muoveva dentro di lui. Le ali si stavano muovendo, sbattevano delicatamente su e giù, come se il drago stesse volando. Quell'idea fece sorridere Harry, e gli scappò uno sbuffo che era quasi una risata.

    "Il drago è felice," scherzò Oliver al di sopra di Harry.

    Per un momento Harry alzò lo sguardo oltre Charlie, per trovare Oliver e Viktor in piedi lì accanto, intenti a osservare mentre si masturbavano.

    "Gli occhi qui," gli ricordò Charlie, e Harry arrossì di nuovo, sentendosi in colpa per aver disubbidito. Charlie gli sorrise. "Va tutto bene?"

    In quel momento, il cazzo di Charlie era probabilmente arrivato alla stessa profondità di quello di Viktor, e il corpo di Harry era teso intorno a lui. Harry poteva sentire l'indolenzimento della sua apertura abusata e delle pareti interne. Dando una breve strizzata, sentì il punto dolere e sorrise per il modo in cui l'uccello di Charlie scattò in risposta. "Sì, tutto a posto," rispose.

    "Non devo arrivare fino in fondo per divertirmi," gli disse Charlie, ritraendosi un po' per poi scivolare di nuovo alla stessa profondità.

    Harry ansimò, godendosi il movimento e la sensazione di quel cazzo che scivolava nel suo tunnel ricoperto di sborra. Dovette fare un respiro profondo per mettere di nuovo a fuoco gli occhi su quelli di Charlie. "Lo voglio tutto."

    "È una troia talmente insaziabile," disse George con approvazione.

    "La puttana delle meraviglie," aggiunse Fred.

    "Zitti voi due," li sgridò Charlie. E i due si zittirono davvero, anche se entrambi alzarono gli occhi al cielo.

    E Harry sorrise. "Di più, per favore."

    Charlie annuì, scivolando in avanti finché le sue mani furono appoggiate ai lati di Harry. Ma per il momento non affondò di più. Invece si leccò le labbra e chiese, "Posso baciarti?"

    Fu una domanda sorprendente, che fece rendere conto a Harry che nessuno di loro lo aveva baciato fin da quando era arrivato. Persino i gemelli, che di solito lo baciavano un bel po', non lo avevano fatto. Immaginò che fosse per via del ruolo di 'puttana', e non di 'amante'. Rivolse un gran sorriso a Charlie. "Mi piacerebbe anche quello, sì."

    Per prima cosa Charlie gli sfiorò il naso con il suo, poi le sue labbra stuzzicarono quelle di Harry in una carezza gentile prima di coprirle. Harry sentì un lampo di elettricità attraversargli la spina dorsale, il corpo che si stringeva attorno al cazzo di Charlie e la bocca che si apriva in un gemito. In un attimo, Charlie approfittò dell'apertura e fece scivolare la lingua nella bocca di Harry. Anche il suo corpo si fece avanti, e il cazzo affondò di più nel corpo sotto di lui.

    Il corpo di Harry pareva volerlo come non mai: le mani si strinsero in quelle dei gemelli e le gambe si tesero contro le loro braccia mentre Harry si inarcava per andare incontro Charlie. In risposta, Charlie gemette e iniziò a ondeggiare, e ogni volta l'uccello che si faceva strada sempre più a fondo, la bocca che continuava il suo assalto, la lingua che spingeva e si intrecciava all'altra.

    Harry poteva a malapena udire i mormorii e gli ansimi intorno a lui, ma quei suoni sembravano lontani, tutta la sua attenzione era rivolta a Charlie. Lasciò andare le mani di Fred e George per afferrare le spalle di Charlie mentre si muovevano insieme. Come con Oliver, Harry sentì la punta di quel cazzo nello stomaco, ma più pieno, e con un livello di calore che lo faceva sentire come se stesse andando a fuoco.

    Sopra di lui, Charlie si tirò indietro quanto bastava per ansimargli contro le labbra. I loro nasi, ancora schiacciati l'uno contro l'altro, le labbra che si toccavano a ogni spinta nel corpo di Harry. George e Fred dovevano averlo riposizionato, forse stanchi di tentare di trattenergli le gambe quando si spingeva con tanta forza verso l'alto a ogni spinta, perché Harry si rese conto di averle avvolte intorno ai fianchi di Charlie, con i talloni che affondavano nelle sue chiappe.

    Charlie aveva iniziato con delicatezza, ma in quel momento stavano ondeggiando, la pelle che schioccava forte e umida, le palle che sbattevano contro il culo di Harry a ogni affondo nel suo corpo. Se l'indolenzimento che sentiva era un'indicazione, l'uccello di Harry era con molta probabilità viola, ancora bloccato e inerme fra di loro. Sapeva che a quell'ora sarebbe già venuto se non fosse stato impossibilitato. Cavalcò onda dopo onda di piacere, tanto intense da essere quasi dolorose. O forse era del dolore che era piacere. Non importava. Era meraviglioso.

    Le mani di Harry persero l'appiglio sulle spalle di Charlie, il sudore di entrambi le aveva rese scivolose, quindi le agganciò dietro il collo dell'altro. Gocce di sudore cadevano dal viso di Charlie su quello di Harry. Si stavano spingendo l'uno contro l'altro, desiderosi di ancora più contatto, disperati e eccitati. Harry non aveva idea di quanto tempo era trascorso; i muscoli urlavano per lo sforzo anche se non voleva che finisse. Poi Charlie iniziò a ringhiare, quasi mostrando i denti, mentre il suo corpo si irrigidiva e rabbrividiva, spingendo con tanta forza che Harry si sentì inchiodare al pavimento da quel cazzo e schiacciato da quel corpo. Sentì quell'enorme cazzo tremare dentro di lui, e si immaginò il torrente di sborra riempirlo.

    Harry aprì gli occhi. Quelli di Charlie erano stretti con forza, il suo volto una smorfia di piacere. Harry poteva sentire entrambi i loro cuori battere tanto velocemente e con forza tale da sembrare che avessero fatto una gara di corsa. Con un brivido gigantesco, la tensione lasciò il corpo di Charlie. Harry poté sentirlo in ogni punto di contatto, da dove le sue braccia erano avvolte intorno al collo di Charlie, alle chiappe muscolose sotto i suoi piedi, fino alle cosce premute in mezzo alle sue. Harry riusciva a malapena respirare, nonostante stesse ansimando. Dopo un lungo momento, sentendosi sospeso nel tempo, Charlie si tirò su abbastanza da togliere il suo peso da sopra Harry, e sbatté le palpebre nella sua direzione. Una gocciolina di sudore restò in bilico per un momento sul suo naso, poi si infranse sulla guancia di Harry. Charlie sorrise, arrossato in modo quasi uniforme per lo sforzo e le pupille tanto dilatate che il blu era quasi svanito. "Tutto ok?" chiese a Harry.

    A Harry venne voglia di ridere. Ok? Non era per niente ok. Ogni nervo del suo corpo era teso allo spasmo e ogni muscolo tremava ancora per lo sforzo. E, dato che non poteva finché Fred e George non lo liberavano, non era ancora venuto. Il culo gli bruciava, e poté percepire il gocciolio quando l'uccello di Charlie scivolò fuori a metà. Harry sbatté le palpebre. "Assolutamente fantastico," rispose con un sorriso.

    Charlie rise, e accanto a lui, Fred e George gli fecero eco.

    "Te l'avevo detto," rincarò Fred.

    "Cavalcare draghi è il suo destino," concordò George.

    Charlie alzò gli occhi al cielo, tirandosi indietro in modo da uscire del tutto dal corpo di Harry. I muscoli di Harry si tesero in un crampo, e il suo buco tremò per il vuoto improvviso. Altro liquido appiccicoso colò fuori e giù, lungo le chiappe di Harry. Il suo cazzo ebbe uno spasmo doloroso.

    Sopra di lui, Charlie si appoggiò sulle mani e sulle ginocchia. "Grazie," gli disse sottovoce.

    "A te," rispose Harry.

    Charlie gli diede un altro bacio dolce e veloce per poi sedersi sui talloni con un gemito. Harry rimase sdraiato con gambe e braccia spalancate. Non poté fare a meno di guardare ancora, sorridendo al drago ormai a riposo. Naturalmente era più piccolo di prima, ma sempre non piccolo. In quel momento le ali erano ripiegate. Sembrava che si stesse acciambellando per dormire.

    Charlie seguì il suo sguardo e si strinse nelle spalle con un sorriso dolce e quasi imbarazzato. "L'hai prosciugato."

    Oliver ridacchiò e Viktor scoppiò a ridere, e gli altri si unirono subito dopo. Harry fece un sorriso stupido. Gli uccelli degli altri erano tutti a riposo, ormai, sudati e appiccicosi per le seghe che si erano fatti guardando Charlie e Harry. Con passo traballante, Charlie andò a collassare sulla poltrona.

    "È ora di portare a casa la nostra bella troia per la sua ultima ricompensa," disse George, strizzando un capezzolo ornato di cerchietto argentato e dando una pacca al cazzo ancora gonfio di Harry.

    Harry riuscì a rimettersi a gattoni, mentre la sborra gli colava lungo le cosce e finiva a macchiare il tappeto.

    "Credo che stavolta ti daremo una mano a camminare," suggerì George, tirandolo su e afferrandolo in vita con un braccio per tenerselo contro. Fred si posizionò dall'altro lato, sganciò il guinzaglio e, salutando il gruppo, trascinarono Harry al camino e fino a casa loro.

    Danny, la vera puttana, era ancora addormentato nel loro letto, perciò fecero stendere Harry sul tappeto in soggiorno con un cuscino sotto i fianchi, le gambe di nuovo spalancate. "Adesso, come pagamento per la nostra splendida troia affamata di cazzo…" disse Fred.

    "Leccheremo il tuo osceno dolcetto ripieno di panna," concluse George.

    Entrambi si inginocchiarono in mezzo alle sue gambe, si piegarono in avanti, e incominciarono a leccare. Partirono dalle sue cosce appiccicose e scesero, le loro facce schiacciate l'una contro l'altra mentre leccavano e succhiavano il suo buco, sorbendo rumorosamente la sborra di cinque uomini, inclusa la loro e quella del loro fratello maggiore, le loro lingue che si ficcavano nell'apertura indolenzita e sensibile di Harry. Mentre uno leccava la 'panna' dal suo culo, l'altro la leccava e succhiava dalle sue palle.

    Harry si contorse e urlò, le mani spalancate e puntellate contro il pavimento, le piante dei piedi piantate a terra per inarcarsi incontro a quelle lingue. Dopo la serata appena trascorsa, era un totale cortocircuito per i suoi sensi. "Vi prego, vi prego, vi prego," ripeté, volendo venire in modo disperato, ma ormai quasi incoerente.

    Fred e George emisero un gemito di gola, e risalirono dal basso finché entrambi si ritrovarono a leccare il suo povero cazzo, ignorato per troppo tempo. Harry si sentiva gonfio da scoppiare. Poi sentì delle dita scivolare intorno all'anello magico, che si aprì di colpo. L'ondata fu istantanea, e Harry urlò a pieni polmoni, con voce roca, mentre veniva. Fred e George si erano spostati verso l'alto, le bocche schiacciate contro la punta del suo cazzo, in una sorta di bacio osceno in cui entrambi lappavano la punta, accogliendo lo sperma nelle loro bocche.

    Harry doveva aver perso conoscenza, perché quando riaprì gli occhi, gli avevano lasciato andare l'uccello e si stavano baciando, inginocchiati ai lati di Harry mentre le lingue lappavano l'una la bocca dell'altro. Con gli occhi mezzi chiusi e totalmente esausto, Harry sorrise mentre li guardava. Gli avevano dato la sua fantasia più sfrenata e segreta. L'aveva vissuta. Non sapeva cosa il domani avrebbe portato, ma quel giorno, Harry era la troia più felice del pianeta.

    Il mattino seguente, Harry si sarebbe svegliato nel loro letto, di nuovo nel proprio corpo; pulito, indolenzito, e stretto fra le braccia dei suoi due amanti.


    Capitolo 5: Blind Date (Appuntamento al buio)


    Harry era in ginocchio: nudo, bendato ed eccitato… nel bel mezzo del soggiorno di Fred e George, e ascoltava il suono di passi sulle scale che salivano dal negozio. Il suo cuore gli batteva all’impazzata nel petto e di colpo la bocca gli si seccò. Il suo nervosismo, però, non fece per nulla diminuire la sua erezione, che anzi sembrava ondeggiare con maggior entusiasmo al suono di ogni passo. Chiuse gli occhi, facendo respiri profondi. Poteva sentire la lana consunta del tappeto sotto le ginocchia e contro i suoi stinchi, e il dorso delle dita dei piedi che ci sfregava contro quando le stringeva e le distendeva per l’anticipazione.

    Quella sera sul presto, quando era arrivato per il suo appuntamento settimanale con i gemelli Weasley, Harry era pronto come al solito: ripulito, lubrificato e indossava il plug che gli avevano dato. Però, invece di cominciare con i soliti giochi sconci, sia Fred che George avevano sorriso in modo misterioso e gli avevano fatto un gesto per farlo inginocchiare in mezzo al loro tappeto. Avevano preparato una sorpresa, gli avevano spiegato. Uno degli uomini che l’aveva scopato alla sua ‘gang-bang da sogno’ aveva chiesto loro di organizzare un ‘appuntamento’ con la ‘troia’ di quella notte. Voleva che organizzassero la cosa? Voleva sapere chi era o preferiva fosse una sorpresa?

    Harry non aveva dovuto pensarci a lungo. Aveva passato una serata fantastica alla festa e si era goduto l’essere scopato da Viktor Krum, Oliver Wood e Charlie Weasley. Si sarebbe sottomesso ancora volentieri a chiunque di loro. L’erezione di Harry ondeggiò e la faccia gli si arrossò per l’eccitazione a quell’idea. Fred e George aveva entrambi sorriso a tutti denti quando avevano visto il modo in cui aveva reagito.

    “Ecco la nostra sporca troia,” aveva detto Fred con approvazione e George aveva aggiunto, “Sempre pronta, vero?”

    Harry era arrossito, sia gratificato dal complimento che imbarazzato da quanto gli si era indurito l’uccello a quella proposta. E non aveva problemi a non sapere chi fosse finché non fosse arrivato, ma la sua preoccupazione era che non voleva che nessuno di loro scoprisse la sua vera identità. In risposta, entrambi i gemelli avevano tirato fuori dalle loro tuniche una fiala: quella di Fred conteneva diversi capelli biondi, quella di George la loro speciale pozione polisucco a lunga durata. Avevano tenuto da parte alcuni capelli di Danny, il prostituto di cui Harry aveva preso in prestito la forma l’ultima volta.

    “Sei stato una troia così sexy e vogliosa,” disse George.

    “Abbiamo pensato che magari ti sarebbe piaciuto provare di nuovo,” spiegò Fred.

    Ed è così che Harry, sotto le mentite spoglie di un prostituto biondo, stava aspettando, ansioso di vedere chi lo voleva di nuovo. Sebbene Harry fosse stato sincero riguardo al sottomettersi ancora volentieri per qualunque degli uomini di quella notte, aveva di sicuro la segreta speranza che sarebbe stato un uomo in particolare.

    Harry teneva le mani congiunte dietro la schiena e la testa sollevata in modo da mettersi in mostra al meglio, come era stato addestrato a fare. Il suo dominatore per quella sera si fermò appena entrato nella stanza, e Harry lo udì inspirare e trattenere il fiato per un lungo momento prima di avanzare. Il suono degli stivali si fermò proprio di fronte a Harry, e lui rabbrividì alla sensazione delle dita dell’uomo che gli scompigliavano i corti capelli biondi che sfoggiava in quel momento.

    “Sai chi sono?”

    Harry si sforzò di identificarlo con quella domanda sussurrata, frustrato da quanto poco gli facesse intendere. Non era Viktor, pensò, ma quello lasciava ancora Oliver o Charlie.

    “Non il suo nome, signore.”

    Dita callose gli accarezzarono un lato del volto e gli presero il mento, sollevando il suo viso ancora di più.

    “Allora siamo pari, no?”

    L’uccello di Harry pulsò al suono di quella voce. Ormai era certo e il suo cuore batteva talmente in fretta che pensò gli sarebbe venuto un capogiro.

    “Il drago…” sussurrò, e fu ricompensato dalla calda risata di Charlie Weasley.

    “È bello sapere che ti ricordi,” rispose Charlie.

    “Sì, mi ricordo. Tutto, signore,” rispose con entusiasmo.

    “E vuoi tutto questo? Mi vuoi di nuovo?”

    “Tanto, signore,” rispose Harry con sincerità, ormai tremante all’idea di vedere esaudito il suo desiderio. Da quella notte, aveva pensato a Charlie quasi costantemente. Non era solo per quel bellissimo uccello, grosso e tatuato con un drago, ma per il fatto che, nonostante il suo travestimento e le circostanze, quella sera Harry aveva sentito un’intensa connessione con Charlie. Aveva tentato di dirsi che probabilmente era solo da parte sua, ma aveva sperato che anche Charlie l’avesse sentita. In quel momento, in ginocchio davanti a lui, non vedeva l’ora di compiacerlo, di dimostrare a Charlie quanto lo voleva.

    Charlie gli lasciò andare la mascella e gli girò intorno. Harry percepì l’osservazione minuziosa del suo corpo nudo, il peso dello sguardo di Charlie che gli infiammava la pelle. Il suo uccello scattò impaziente, e il suo culo si strinse attorno al plug che era dentro di lui. Si sforzò di udire ogni suono, e credette di sentire un mugugno di approvazione mentre Charlie finiva il giro e tornava a fermarsi di fronte a lui. Percepì tanto quanto udì il momento in cui il mago lanciò il ‘finite’, mettendo fine all’incantesimo ‘benda sugli occhi’.

    Quando aprì gli occhi, il volto di Harry era all’altezza del pacco di Charlie, e rabbrividì alla vista di quel magnifico cazzo che tendeva i lacci degli stretti pantaloni di pelle marrone. Erano simili a quelli che si indossavano per il quidditch, ma Harry si rese conto che dovevano essere stati adattati per cavalcare draghi. Un’occhiata veloce in basso e Harry vide gli alti stivali neri, la cui vista eccitò Harry tanto quanto il suono che producevano. Non guardò in alto, non ancora, dovendo usare tutto l’autocontrollo che aveva acquisito sotto la tutela dei gemelli per tenere gli occhi servilmente abbassati.

    “Molto bene, troia,” si complimentò subito Charlie, mettendosi le mani sui fianchi.

    Harry ricordava l’aspetto del tatuaggio, le ali rosse e oro del drago che si curvavano attorno a quei fianchi. In quel momento concentrò gli occhi su quelle dita callose, smanioso di sentirle di nuovo sulla pelle. “Grazie signore,” rispose obbediente.

    “Puoi alzare lo sguardo,” disse Charlie, e quando Harry lo fece vide una camicia blu infilata nei pantaloni. La camicia aveva gli stessi lacci sul collo e le maniche che si allargavano prima di stringersi in lunghi polsini. Sembrava qualcosa che un principe avrebbe indossato in una favola. Quando infine i suoi occhi incontrarono quelli blu scuro di Charlie, Harry si sentì ondeggiare davanti al calore fuso che ci trovò. E quando Charlie fece un sorriso, fu brillante come il sole.

    “Posso vedere quanto sei impaziente. Mi piace,” gli disse Charlie.

    “Grazie signore,” rispose Harry leccandosi le labbra.

    Charlie ridacchiò e si girò, andando verso il divano, dando così a Harry una deliziosa vista sul suo fondoschiena, abbracciato dalla pelle stretta dei suoi pantaloni. Charlie si sedette e poi sollevò una gamba, il piede puntato verso Harry. “Toglimi gli stivali,” ordinò, e Harry gattonò velocemente per obbedire. Baciò la pelle prima di sfilarne uno, poi fece lo stesso con l’altro e li mise con attenzione da parte.

    “Sei ben addestrato,” si complimentò Charlie. “Ti piace essere sottomesso?”

    Harry annuì, gli occhi di nuovo puntati sull’immenso rigonfiamento del grembo di Charlie. “Uh, sì, davvero tanto, signore.”

    Charlie si sedette più avanti, spostandosi sul bordo del divano. “Toglimi la camicia.”

    Le mani di Harry tremavano per l’eccitazione mentre si muoveva per obbedire, sfilando il tessuto dalla vita dei pantaloni e poi armeggiando un po’ quando si ricordò di allentare un po’ i polsini e il colletto prima di tirare su la camicia. Charlie sollevò le braccia per aiutarlo. Il tessuto si impigliò nei capelli, che erano ormai più lunghi e legati ordinatamente in una treccia. Harry dovette sollevarla prima di sfilarla del tutto.

    Per un minuto, Harry si limitò a tenerla tra le mani, dimenticata, mentre ammirava quel petto muscoloso, talmente lentigginoso da essere quasi abbronzato, con una spruzzata di peli rosso scuro. Lo sguardo di Harry scivolò più in basso, notando il rosso del tatuaggio dove la coda del drago spuntava a malapena dalla vita dei pantaloni. La coda del drago sussultò. Harry trasalì e Charlie rise di nuovo, un suono profondo e soddisfatto.

    “È solo impaziente di incontrarti, credo,” lo prese in giro Charlie.

    Arrossendo, Harry piegò in fretta la camicia e poi, vedendo il mantello di Charlie drappeggiato sul bracciolo del divano, la appoggiò lì accanto.

    “Come ti hanno fatto preparare Fred e George?”

    Harry si riprese abbastanza da rispondere. “Mi sono pulito, anche dentro. Ho usato i normali incantesimi di protezione e poi…” esitò per un momento, “mi sono lubrificato e ho tenuto il plug per tutto il giorno. Oh, e non mi sono toccato o altro per tutto il giorno.”

    Quando non ricevette risposta, Harry si arrischiò a lanciare un’occhiata in alto e vide Charlie pensieroso. “E non hai… servito nessun altro oggi?”

    Harry si rese conto che poteva sembrare strano dato che si supponeva lui fosse un prostituto di Knockturn Alley, ma non voleva nemmeno mentire. “No signore, nessuno.”

    Charlie si alzò, portando ancora una volta il suo pacco a livello degli occhi di Harry. “Bene,” disse, e la sua voce aveva una nota possessiva che lo fece tremare. “Slacciali.”

    Harry deglutì con forza e fece un respiro profondo, cercando di calmarsi, mentre allungava le mani verso quello che voleva disperatamente. Finì quasi con stringere i lacci di cuoio in un nodo per la fretta di tentare di slacciarli, la sensazione di quel rigonfiamento che si muoveva sotto le sue mani sembrava far smaniare il suo culo per qualcosa di più dell’inadeguato plug che aveva dentro.

    La testa del drago emerse per prima, sfuggendo dalla vita nel momento in cui i lacci vennero allentati. Le sue squame rosso e oro luccicavano, la ‘bocca’ già colava liquido pre orgasmo. Le borchie d’oro del piercing che erano i suoi occhi sembravano fargli l’occhiolino. Il collo del drago emerse in tutta la sua lunghezza mentre Harry abbassava la pelle sempre di più, estendendosi maestoso di almeno venticinque centimetri se non di più. Le ali parvero sfarfallare sui fianchi di Charlie, dove sembravano ancora intrappolate. Charlie lo aiutò spingendo i pantaloni ancora di più verso il basso, scoprendosi le anche e permettendo a Harry di liberargli le palle, la cui pelle era tatuata come se gli artigli del drago stessero stringendo due uova d’oro.

    Harry non poté evitare di sorridere, deliziato dal riapparire di quella vista stupefacente. “Così bello,” sussurrò.

    “Gli sei mancato anche tu,” rise Charlie. “Su, toccalo,” aggiunse quando vide la mano di Harry che esitava a farlo.

    Deliziato, Harry fece scivolare le dita su quella pelle gloriosamente inchiostrata, calda e pulsante sotto il suo tocco. Harry accarezzò l’uccello di Charlie, ancora una volta stupito da quanto sembrasse una creatura vera e propria. Però era anche perfettamente consapevole che quello era Charlie. Charlie, che era così tanto eccitato di essere con lui. Harry guardò quell’uomo, una mano avvolta intorno a quell’asta spessa, la punta delle dita che a malapena riuscivano a toccarsi per via delle dimensioni. “Posso baciarlo?”

    Charlie lo stava osservando sorridendo, gli occhi blu scuri di desiderio. Annuì. “Mi piacerebbe molto sentire di nuovo la tua bocca.”

    Harry sospirò di delizia e cominciò a baciare la punta appiccicosa, ed il liquido pre orgasmo gli ricoprì le labbra. Fu tentato di leccarlo immediatamente, ma si trattenne, depositando bacio dopo bacio, non solo sulla punta, ma giù su tutta la lunghezza per poi risalire. Poteva sentire la pulsazione del cuore di Charlie nel suo cazzo e udiva i boccheggi di apprezzamento. Quando le sue labbra raggiunsero di nuovo la punta, Harry le aprì quanto bastava per un bacio umido, la punta della lingua che si spingeva nella fessura in modo che sembrava quasi che stesse baciando alla francese il drago. Charlie gemette.

    “Troia furba,” disse, e una mano andò a posarsi sulla testa di Harry.

    Con entusiasmo, Harry approfondì il ‘bacio’, usando la lingua e succhiando, le labbra tese attorno alla circonferenza di quella punta enorme. Tenne una mano avvolta attorno all’asta, dandole delle strizzatine gentili, mentre con l’altra mano andò a cullare con tenerezza quelle grandi uova dorate. Harry si entusiasmò alla sensazione di morbido calore dello scroto e della fermezza scivolosa delle palle di Charlie mentre le maneggiava.

    Charlie tremò, le ginocchia instabili mentre Harry dava fondo a tutto il suo talento: la lingua leccava, le labbra si muovevano e succhiavano, le mani e le dita toccavano quanto più possibile. Dubitava che qualcuno potesse prendere in bocca tutto quell’enorme cazzo, ma Harry non avrebbe permesso che quello gli impedisse di adorarlo come si meritava, di dare a Charlie il piacere che meritava.

    I gemiti si fecero più alti, e dita forti si strinsero tra i capelli di Harry. “Ti riempirò quella bella bocca,” ringhiò Charlie a mo’ di avvertimento. Harry si tirò indietro quanto bastava per far spazio a quanto stava per arrivare e succhiò più forte, venendo ricompensato poco dopo quando la sua bocca venne riempita dal liquido caldo e pungente del seme di Charlie. Harry lo ingoiò con entusiasmo, continuando a succhiare e leccare finché Charlie gli diede un altro strattone ai capelli e ansimò, “Basta.”

    Harry lasciò andare la punta, leccandosi le labbra per raccogliere la sborra che era colata fuori mentre si staccava. Con un ultimo bacio quasi casto alla bocca ancora gocciolante del drago, Harry si sedette sui talloni. L’uccello di Charlie si abbassò leggermente, ancora ondeggiante e dava l’impressione che il drago stesse davvero tentando di riprendere fiato. Harry sorrise a quell’immagine.

    Naturalmente, l’annaspare veniva da Charlie. I suoi pantaloni erano scivolati in basso durante il pompino, quindi se li tolse, calciandoli da parte. “Girati, culo in alto e faccia sul pavimento,” ordinò.

    A Harry ci volle un momento per rendersi conto dell’ordine, ma quando lo fece, si affrettò a obbedire. Chiuse gli occhi mentre premeva la guancia contro la lana del tappeto. Immaginò cosa Charlie avrebbe visto: le chiappe nude di Harry, le palle e l’uccello tanto duro da far male che gli penzolavano tra le gambe, e l’estremità del plug che spuntava dal suo buco lubrificato e allargato.

    Harry poté udire Charlie sedersi di nuovo sul bordo del divano, poi sentì le mani dell’uomo. Gli afferrarono il culo, carezzando e strizzando le natiche per un momento, allargandole e stringendole in modo tale che sentì il plug muoversi dentro il suo canale in base alle azioni di Charlie. Harry gemette, tanto vicino all’orgasmo che temette di venire senza averne avuto il permesso.

    “Sei addestrato ad aspettare l’ordine?” chiese Charlie, apparentemente notando quanto davvero ci fosse vicino Harry.

    “S-sì signore, ma…”

    “Continua,” lo incoraggiò Charlie, mentre ancora gli impastava il culo.

    “Loro… loro usano un incantesimo, così non… troppo presto,” ammise Harry, sapendo che la sua faccia era probabilmente rossa.

    “Così ti puoi rilassare e non devi lottare per trattenerti,” disse Charlie e Harry fu sollevato che capisse.

    Una mano di Charlie lo lasciò, poi Harry udì e percepì l’incantesimo familiare, frenum mentulae, che gli bloccava l’uccello e le palle con la magia. Harry gemette sia per la frustrazione che per la gratitudine. Gli piaceva che ritardasse il suo orgasmo anche se gli si indolenzivano le palle… palle che l’altro uomo cominciò a toccare, le grosse, ruvide dita che tiravano la pelle del suo scroto e poi il prepuzio. Harry gemette ancora più forte, deliziato da quella piccola tortura.

    Poi Charlie afferrò l’impugnatura del plug e lo girò. Harry gridò quando sfregò contro la sua prostata e parve frantumare il suo autocontrollo. “Oh, signore, per favore,” implorò, nemmeno certo se stesse implorando per venire stuzzicato di più o di meno. Ad ogni modo, Charlie lo girò parecchie volte e poi lentamente tirò fuori il giocattolo. Harry piagnucolò quando il suo buco allargato tremolò per il vuoto improvviso.

    Charlie gli diede qualche pacca sulle chiappe per calmarlo. “Questo qui non è grosso abbastanza da allargarti a sufficienza per me,” spiegò. Poi Harry sentì la punta di un dito stuzzicargli l’anello tremante di muscoli, che rispose tentando di aprirsi e chiudersi intorno a quel dito. Charlie rise di nuovo, un suono deliziato, e fece scivolare due dita dentro Harry. Harry sentì le sue nocche contro l’anello di carne e gemette ancora in incoraggiamento.

    “Piccolo buco affamato,” osservò Charlie, e Harry poté avvertire sia divertimento che approvazione nel suo tono. Charlie ritirò le dita e la spinta seguente ne incluse tre, che si torsero finché non trovarono e sfregarono quel nodo di nervi dentro Harry, che rispose sollevando il culo per prenderne quanto più poteva, gemendo di piacere mentre lo faceva.

    Charlie continuò a scoparlo con le dita, aggiungendone un quarto e lavorandole dentro e fuori mentre Harry continuava a sgroppare e gemere, sentendo finalmente il bruciore di venire allargato e di quanto il suo cazzo lottasse contro l’incantesimo bloccauccello che gli impediva di venire. Quando Charlie tirò via la mano, per un momento Harry singhiozzò in un moto di ribellione, arcuandosi come se volesse seguire quelle dita. L’altra mano di Charlie gli diede qualche altra pacca.

    “Shhhh,” lo ammonì Charlie. “Otterrai quello che vuoi.” Fece una pausa e Harry poté udire un suono bagnato. Era certo che Charlie si stesse mettendo del lubrificante sull’uccello. “La domanda,” continuò Charlie, “è se ti prenderò così o se ti girerò per poterti guardare in faccia.” Doveva aver preso una decisione, perché la sua mano lasciò il culo di Harry e lo sentì tornare sul divano. “Vieni qui,” disse Charlie. “A cavalcioni su di me.”

    Harry si tirò su, girandosi per gattonare verso Charlie, tremando di voglia, il suo buco che si stringeva sul nulla. Quello che vide quando si girò era talmente bello che davvero lo bloccò per un momento.

    Charlie era seduto con le gambe spalancate e l’uccello che svettava impaziente in mezzo. Il drago, in tutta la sua gloria, era bagnato e riluceva alla luce delle candele, le scaglie rosse e oro brillavano e le ali vibravano in palese anticipazione, la coda scattava sull’addome di Charlie. Lui stava osservando Harry, una mano tesa verso di lui e un sorriso sul viso.

    Harry gattonò fino a lui e prese la sua mano, usandola per aiutarsi ad alzarsi per potersi mettere in posizione sul grembo di Charlie come ordinato. Riuscì a mettere i piedi ai lati delle sue cosce mentre questi lo aiutava a restare in equilibrio tenendolo dai fianchi. Harry appoggiò le mani sulle ampie spalle di Charlie coperte di lentiggini. La posizione portò la faccia di Harry più in alto di quella di Charlie, guardando in basso in quegli occhi blu concentrati su di lui.

    “Prendila con calma,” disse Charlie, e Harry annuì, rispondendo, “Sissignore.”

    Charlie dovette lasciare la presa con una mano per posizionare la punta del suo uccello all’entrata di Harry. Sembrava troppo grosso: la punta tanto grande da allargare le natiche di Harry mentre ci si strusciava contro. Poi Harry sentì Charlie fare un respiro profondo. “Fermati se fa male. Non ti sforzare,” lo avvertì.

    Il permesso implicito a fermarsi in effetti aiutò Harry a rilassarsi, e sorrise a Charlie. “Grazie… signore,” rispose, e si spinse giù, sentendo lo stomaco stringersi per la paura e il piacere. Sentì la pressione della sua apertura che si tendeva, il calore della carne e il contrasto dei piercing di metallo che scivolavano contro la sua pelle. Ci fu un momento in cui il suo cuore parve palpitare, la paura che quello sarebbe stato troppo sopraffare il suo desiderio, ma poi passò quando la pressione cedette e la punta del cazzo di Charlie fu dentro di lui. Harry strinse il muscolo e osservò gli occhi dell’altro chiudersi per il piacere.

    L’intero corpo di Charlie rabbrividì e lui gemette. Riportò le mani sui fianchi di Harry, aiutandolo a reggere il suo peso mentre si adattava. Le palpebre di Charlie si erano abbassate, quasi chiuse, ma poi i suoi occhi si concentrarono ancora sul volto di Harry. Harry sentì un’ondata di calore per l’affetto che vi vide.

    “Appoggiati a me,” gli disse Charlie. “Lascia che regga il tuo peso mentre ti abitui.”

    Harry fece come gli era stato detto, inclinandosi ancora di più in avanti e aggrappandosi alle spalle di Charlie, alleviando parte dello sforzo delle gambe a stare accovacciato sull’altro. Appoggiò la fronte contro quella di Charlie, chiudendo gli occhi mentre faceva parecchi respiri profondi. L’altra volta Harry era stato scopato da altri quattro uomini prima di Charlie. Quello lo aveva lubrificato e allargato completamente. In quel momento, invece, si stava dando da fare per dilatarsi a sufficienza per la larghezza e la lunghezza dell’uccello di Charlie.

    Harry si rilassò ancora di più, sentendo il suo corpo scivolare un po’ più giù, prendendone un po’ di più con ogni esalazione. Lentamente, si impalò sull’asta di Charlie, lasciando che lo riempisse. Ormai entrambi erano madidi di sudore, i capelli rosso scuro di Charlie appiccicati alla fronte di Harry. Fu quasi sorpreso quando sentì le palle sfiorare l’addome di Charlie e i peli delle gambe dell’altro solleticare i suoi.

    “Sì, così splendido, ci sei quasi,” sussurrò Charlie, le dita che scorsero lungo il corpo di Harry per impastare le sue natiche.

    Harry gemette deliziato quando quelle dita massaggiarono i suoi muscoli tesi, allargandogli le chiappe e permettendogli di scivolare fino in fondo in modo da essere sul grembo di Charlie, le cui palle vennero ad annidarsi tra le sue natiche. Anche la sua testa scivolò, e finì guancia a guancia con Charlie, il suo alito caldo nell’orecchio di Harry.

    “Non ti muovere ancora,” sussurrò Charlie. “Resta così, con me dentro di te.”

    Harry lo fece, godendosi quella sensazione di pienezza e calore, il suo corpo che si contraeva intorno alla carne di Charlie e ancora tentava di accomodarne l’intrusione. Aveva la stessa strana sensazione della sua profondità, come se fosse dietro il suo ombelico.

    Charlie smise di impastare e portò una mano tra loro due, cercando e prendendo il cazzo di Harry. Si era un po’ ammosciato, ma subito si indurì, guizzando contro il palmo di Charlie. Harry gemette e Charlie gli diede una gentile strizzata. Il culo di Harry parve strizzare in risposta, cosa che strappò a Charlie un gemito di risposta.

    “Po-posso muovermi ora?” ansimò Harry.

    “Piano,” lo avvertì Charlie.

    Harry strinse le dita sulle spalle di Charlie e agitò un po’ le anche, cercando di capire cosa potesse fare. Gli piaceva il modo in cui l’uccello dentro di sé scattava in risposta quando si muoveva e Charlie tratteneva il respiro. Harry cominciò a muoversi solo avanti e indietro, lasciando che il suo peso si spostasse quel tanto che bastava da scivolare un poco su, lungo l’asta, e poi di nuovo giù. Le mani di Charlie tornarono ai suoi fianchi per aiutarlo.

    Non ci misero molto per trovare un ritmo: Harry dondolava e Charlie si inarcava, il divano che scricchiolava sotto di loro. Charlie gli baciò un lato della faccia, poi si tirò indietro quanto bastava per chiudere le labbra sopra quelle di Harry. Il bacio mandò un’altra ondata di calore a vibrare attraverso Harry, la cui bocca si arrese immediatamente a quella di Charlie. Il loro denti si scontrarono un po’ e fu un bacio scoordinato, ma riuscirono a baciarsi mentre Harry cavalcava l’uccello di Charlie. Infine dovette staccarsi, annaspando mentre accelerava.

    “Sì, così,” lo incoraggiò Charlie.

    Harry ormai si stava tirando su con più forza, lasciandosi poi cadere per incontrare le spinte di Charlie. Gli girava la testa per il piacere, una punta di dolore a coronarlo. I suoi muscoli erano indolenziti e il suo uccello sobbalzava tra loro due, schiaffeggiando l’addome di Charlie ad ogni spinta.

    Poi Charlie ruggì di piacere, inarcandosi tanto di colpo che se non avesse avuto entrambe le mani sui fianchi di Harry, gli avrebbe fatto perdere l’equilibrio. Poté percepire l’uccello dentro di sé scattare, riempiendolo di carne spessa e del liquido bollente di Charlie. Gli occhi di Charlie era serrati, una smorfia di piacere gli contorceva i lineamenti mentre Harry cavalcava il suo orgasmo.

    Quando Charlie collassò, il corpo di Harry stava ancora tremando per lo sforzo di essere tenuto tanto a lungo sull’orlo dell’orgasmo. La testa di Harry cadde in avanti, appoggiandosi sulla spalla dell’altro mentre ansimava.

    La mano di Charlie afferrò i capelli di Harry sulla nuca e tirò, forzandolo indietro abbastanza da guardarlo in faccia. Gli occhi di Harry si aprirono per trovare Charlie a fissarlo intensamente, poi l’altra mano si chiuse sul suo uccello. Vide le labbra di Charlie muoversi e percepì più che udì lo sciogliersi dell’incantesimo bloccauccello. Harry urlò di piacere mentre si spingeva nel pugno di Charlie, il culo che si serrava attorno all’uccello ancora dentro di lui mentre veniva… e veniva. Fu l’orgasmo più lungo che Harry avesse mai provato, contorcendosi sul grembo di Charlie, tirando contro la mano che gli teneva i capelli, finché collassò, molle ed esausto.

    Quando Harry ebbe finito, Charlie gli fece appoggiare di nuovo la testa sulla sua spalla, poi alleviò il dolore al suo cuoio capelluto massaggiandolo con le dita. “Sì, è stato fantastico,” gli sussurrò all’orecchio.

    Edited by DanielPotter - 29/11/2020, 21:28
     
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    Harry non poteva muoversi. Rimase semplicemente premuto contro il corpo di Charlie, sentendo un braccio intorno alla vita e un’altra mano che scivolava sulla sua pelle sudata, accarezzandolo in un modo che Harry trovò confortante. Alla fine, quelle dita scorsero su lungo il suo petto, sui suoi capezzoli. Harry si mosse un poco, ancora troppo sensibile.

    “Non porti gli anelli ai capezzoli,” disse Charlie.

    “Cosa?” chiese Harry, ancora non completamente lucido. Poi fece una smorfia, ricordandosi che Danny, la troia di cui aveva preso in prestito il corpo, aveva i buchi sia alle orecchie che ai capezzoli. Harry non se lo era ricordato quando aveva usato il suo corpo quel giorno. Non aveva alcun gioiello da mettere nei buchi lasciati dalla trasformazione della pozione polisucco.

    Charlie si spostò un po’, le mani scivolarono di nuovo sotto le chiappe di Harry. “Sollevati,” gli ordinò, tirandolo su.

    I muscoli indolenziti di Harry protestarono mentre veniva mezzo sollevato, via dal cazzo di Charlie, la carne ammorbidita ma ancora ingombrante che scivolava fuori dal suo corpo facendo un disastro. Avvertiva la sborra colare dal suo buco allargato, probabilmente colando sulle cosce di Charlie e anche il divano dei gemelli. Fece una smorfia.

    Ma Charlie non lo spinse via, al contrario, lo fece accoccolare contro il suo petto, girandolo leggermente in modo da farlo sedere sulle sue cosce, le gambe distese da un lato e la testa appoggiata sulla sua spalla. Harry alzò lo sguardo sul viso dell’uomo e non poté fare a meno di sorridere. Aveva tanto voluto rivedere Charlie, e in quel momento era lì che lo abbracciava.

    Charlie usò la sua unica mano libera per raggiungere il tavolino accanto al divano, frugando in giro e tirando fuori una scatolina dal suo mantello. La porse a Harry, e quando questi sbatté le palpebre, confuso, gli disse, “Aprila.”

    Harry la prese, sorpreso ma curioso. Tirò via il coperchio e vide all’interno due piccoli pezzi di metallo dorato a forma di C. Non aveva idea di cosa fossero.

    “Anelli per capezzoli,” disse Charlie. “Mi sono ricordato che avevi i buchi, e ho pensato che ti sarebbero stati bene.”

    Harry arrossì, sia per l’imbarazzo dovuto al non avere davvero i buchi, che per il piacere per il fatto che Charlie non solo aveva prestato attenzione, ma gli aveva anche comprato un regalo. “Sono… bellissimi,” balbettò. Ne prese uno e poi si guardò il petto. I capezzoli della troia erano più chiari, più rosa dei suoi, e avevano dei piccoli buchi. Si ricordò che l’altra volta aveva rimosso e messo quelli d’argento. Fece passare il piccolo semicerchio nel buco. Gli ci volle un minuto per via delle mani che gli tremavano. Poi infilò l’altro. Sembravano un po’ strani, e Harry rivolse a Charlie uno sguardo interrogativo quando questi prese la bacchetta. Le labbra di Charlie si mossero, lanciando un incantesimo sottovoce che Harry non riuscì a capire, e Harry sentì i capezzoli formicolare.

    Harry guardò giù e vide che gli anelli si erano chiusi in cerchi completi. “Oh,” disse.

    “Sono anelli di Efestione. Possono essere aperti solo con una specifica frase. Se vuoi te la dico,” disse Charlie, il suo sguardo infuocato che tratteneva quello di Harry, “ma preferirei se non li togliessi.”

    Harry non sapeva che dire. Non poteva tenerli addosso quando sarebbe tornato se stesso dato che non aveva i buchi. Ma non voleva toglierli. E non voleva deludere Charlie. Arrossendo, Harry toccò con le dita il cerchietto dorato nel suo capezzolo destro.

    Charlie allungò una mano, strattonando l’altro, e Harry ansimò, il corpo che rabbrividiva in risposta. “L’altra volta avevi anche un collare. Sembrava donarti.”

    “Sì,” sussurrò Harry, inarcandosi contro il tocco di Charlie mentre le punte callose delle dita dell’uomo giocavano sul suo petto, strattonando gli anelli e pizzicandogli i capezzoli.

    “Sono venuto a cercarti,” disse Charlie quando Harry alzò di nuovo lo sguardo. “Ho girato tutta Knockturn Alley, descrivendo l’uomo che stavo cercando.” Attese la reazione di Harry, sorridendo quando gli occhi di Harry si spalancarono.

    Il cuore di Harry accelerò, immaginando Charlie che cercava la troia bionda. Aveva un’immagine quasi ridicola del principe della favola in cerca di Cenerentola.

    “Ho trovato la puttana,” disse Charlie.

    Harry tremò mentre il significato di quella frase penetrava. Voleva dire che Charlie sapeva che lui non era chi sembrava essere? Charlie sapeva chi era davvero?

    Charlie allungò una mano e fece scorrere le dita tra i capelli di Harry, i capelli biondi della troia, per un minuto prima di continuare. “Naturalmente la puttana non mi ha riconosciuto. E in particolare non ha riconosciuto il drago.” Charlie sbuffò divertito a quel ricordo.

    Harry abbassò lo sguardo, sentendosi improvvisamente in colpa. Poi sentì la mano di Charlie di nuovo sul mento a sollevargli la faccia per farsi guardare.

    “Non me l’hanno detto,” disse Charlie, gli occhi blu intenti. “Ho qualche idea riguardo chi sei davvero, ma Fred e George non me lo vogliono dire.”

    Harry tirò un respiro di sollievo. “E ora?” chiese.

    Charlie non rispose subito. Il suo pollice accarezzò il labbro di Harry, l’altra mano era calda sulla sua schiena. “È polisucco tradizionale? Se lo è, non abbiamo quasi più tempo.”

    “No, è una versione modificata che hanno fatto Fred e George,” rispose Harry, sollevato che fosse quello il caso. Lanciò un’occhiata all’orologio sul muro. “Abbiamo ancora un paio d’ore.”

    Charlie sospirò e fece un sorriso incoraggiante. “Allora dovremmo parlare un po’.”

    “Già,” ammise Harry, agitandosi un poco sul grembo di Charlie. Si sentiva imbarazzato a essere stato beccato a imbrogliare. Dopotutto era stato solo parte del gioco.

    Charlie lanciò degli incantesimi pulenti su entrambi e suggerì a Harry di sedersi accanto a lui sul divano. Si sistemarono e si girarono faccia a faccia.

    “Tutti e due abbiamo delle domande. Per il momento, eviteremo quelle che confermano la tua identità,” disse Charlie, e quando Harry annuì, continuò. “La domanda più importante che devo farti è se sei o no innamorato dei miei fratelli.”

    Quella domanda sorprese davvero Harry. Abbassò lo sguardo, trovando gli occhi blu di Charlie troppo intensi per riuscire a pensare. Si mordicchiò il labbro per un momento mentre pensava seriamente alla risposta. Non era che non la conoscesse, ma voleva dirla nel modo giusto. “A loro voglio bene, ma… non sono innamorato, se capisci cosa intendo.”

    Charlie annuì, ma non sembrava sorpreso.

    “Credo che nemmeno loro siano innamorati di me,” rispose Harry. “Penso che, be’, ci divertiamo e andiamo d’accordo. Mi hanno dato modo di essere semplicemente… libero… dal resto.” In quel momento Harry alzò lo sguardo, chiedendosi dove stessero andando a parare e cercando degli indizi sul volto di Charlie. Charlie esalò un lungo respiro e fece un cenno d’assenso a Harry che implicava di aver saputo almeno quella parte, ma era lieto di sentirglielo dire. “E tu?” chiese Harry.

    Charlie dapprima si accigliò, poi sembrò capire cosa intendesse. “Non ho nessuna relazione seria, se è quello che vuoi sapere.” Fu il turno di Harry di sospirare e sentì su di sé gli occhi di Charlie mentre lo faceva.

    “E questo,” Charlie fece un gesto verso Harry, “quello che fai con loro. È solo un esperimento o sei…? È quello di cui hai bisogno?”

    Quella era la parte difficile. Anche se Harry era ancora sotto mentite spoglie, era difficile da ammettere. “Non è solo un gioco per me. Più lo faccio, più mi rendo conto che mi dà qualcosa di importante. Mi sento come se stessi ancora imparando cosa voglio, ancora esplorando. Non voglio fermarmi adesso. Potrei non volermi mai fermare.” In quel momento Harry quasi trattenne il respiro, spaventato di aver detto proprio qualcosa che avrebbe disgustato Charlie. Se Charlie avesse voluto salvare la troia da quella vita, trasformarla in un bravo ragazzo, allora quella sarebbe stata la fine.

    “Bene,” rispose Charlie. “Io sono un dom. Sono parte della Scena da anni ed è una parte importante della mia vita. Non penso ci sia qualcosa di male quando qualcuno viene solo per giocare, per vedere com’è, ma non mi faccio coinvolgere da qualcuno che sta solo cercando la persona giusta prima di tornare a essere ‘vaniglia’.”

    Harry non poté evitare che il suo battito partisse di corsa né che il suo cazzo desse di nuovo segni di vita. Era ansioso di andare oltre, di provare più di quanto i gemelli, per quanto fossero fantasiosi, volessero. Doveva leggerglisi in faccia, perché Charlie allungò una mano, le dita gli afferrarono il mento e gli inclinò il volto per guardarlo negli occhi. Il suo ridacchiare profondo fu come una carezza sulla pelle di Harry. Poi l’altra mano trovò di nuovo il capezzolo di Harry… e strizzò con forza. Con l’anello all’interno fece più male, e Harry boccheggiò, e il suo corpo formicolò per il calore.

    “Dimmi, troietta, ti piace il dolore?” chiese Charlie.

    Harry dovette combattere l’istinto di distogliere lo sguardo. “Oh, sì,” ammise, avvampando.

    “Ah, e ci sono cose che non hai ancora provato, vero? Cose che non hai nemmeno ammesso di volere?” continuò, gli occhi scuri mentre trattenevano quelli di Harry.

    “Sì signore,” ammise Harry, esalando in un lungo tremito.

    Le dita di Charlie scivolarono lungo la gola di Harry, accarezzando e poi avvolgendola davanti. “Sì, penso che un collare ti starebbe bene. Indipendentemente da quello che deciderai qui stasera, devi sapere che ci sono modi per venire incontro ai tuoi bisogni, in modo privato e sicuro. Puoi chiedere ai gemelli di parlarti del Club. I membri devono fare un giuramento magico per proteggere la riservatezza di tutti. Possono far in modo che tu venga presentato a qualcuno che ti ci accompagni anche se non è interessato a quella parte della Scena.”

    L’idea di quel… di un mondo di oscuri segreti sessuali… lasciò Harry a bocca aperta e il suo corpo pieno di desiderio. Era quasi tanto eccitante quanto quando aveva scoperto di essere un mago tanti anni prima. In quel momento seppe di non essere solo. C’erano altri maghi che volevano le stesse cose che voleva lui.

    “Grazie signore,” rispose Harry con sincerità. Poi si leccò le labbra mentre si faceva forza per porre la domanda successiva. “E adesso?”

    Charlie sorrise, la mano si strinse solo brevemente, quasi provocante, intorno alla gola di Harry, prima di lasciarlo andare e tirarsi indietro. Sorrise mentre guardava Harry. “Immagino che tu debba scegliere. Posso raccogliere le mie cose e andarmene prima che la polisucco finisca il suo effetto.” Fece una pausa, studiando la faccia di Harry.

    Harry lo immaginò. Immaginò Charlie che se ne andava senza mai sapere che il sottomesso che aveva scopato ormai due volte, era Harry Potter. Che Harry aveva ammesso di avere dei desideri ancora più oscuri che non aveva ancora provato. Anche se Charlie sospettava, non l’avrebbe saputo. Avrebbero potuto restare amici, nessuno dei due avrebbe lasciato trapelare che c’era stato di più… che Charlie aveva visto Harry scopato dai suoi due fratelli, che aveva visto Harry interpretare la parte della troia anche per i suoi amici. Era la scelta più sicura. Fred e George avrebbero mantenuto il segreto. Harry non avrebbe rischiato di perdere il rispetto di Charlie.

    “Oppure,” continuò Charlie, “Posso restare qui, guardare mentre torni te stesso. Sdraiarti sulla schiena e guardare il tuo vero volto mentre facciamo l’amore.”

    Fu quell’ultima parte a far rabbrividire Harry mentre gli occhi gli si spalancavano per lo stupore. Charlie non aveva detto ‘scopare’, aveva detto ‘fare l’amore’. Dopo la discussione di poco prima, Harry non si era aspettato una cosa del genere. Non si era reso conto che i sentimenti di Charlie potessero essere più di un dominante per un sottomesso. Charlie diceva sul serio anche se non sapeva con chi stava parlando? Ci si poteva innamorare di qualcuno anche se non si era sicuri di chi fosse davvero? Harry guardò negli occhi di Charlie e vide che era sincero. Charlie credeva davvero di essere innamorato dell’uomo che aveva in braccio.

    Quindi: cosa provava per Charlie? Harry ci aveva pensato, davvero, era stato quasi ossessionato da Charlie fin da quella sera alla festa. Charlie era stato così tenero, anche con un uomo che pensava fosse una puttana. E quella sera, sebbene sapesse della polisucco, era stato un dominante gentile e affettuoso. Anche indossando la faccia di qualcun altro, era stato come se Charlie ci avesse visto attraverso fino a vedere qualcosa dentro Harry. E Harry si era sentito a suo agio abbastanza da essere onesto con Charlie riguardo a ciò che voleva. Charlie si era assicurato che Harry avesse anche un’altra via da seguire se non avesse scelto quella. Avrebbe comunque potuto trovare il Club anche se avesse rifiutato Charlie.

    Harry aveva inconsciamente giocherellato con gli anelli nei suoi capezzoli mentre ci pensava sopra. Guardò di nuovo negli occhi di Charlie e sorrise. Harry non era mai stato il tipo da scegliere la via più sicura. “Voglio che resti,” disse, e si sporse in avanti per baciarlo.

    Le mani forti di Charlie si sollevarono per afferrargli il viso, per inclinarlo in modo da poter prendere le redini del bacio, la lingua ad esplorare possessiva la sua bocca, succhiandogli la lingua mentre Harry si contorceva, stringendosi più vicino finché quasi non gattonò di nuovo sul suo grembo. L’uccello di Harry ebbe un guizzo, già in risalita per la promessa di avere di più. Avendo deciso di restare, Harry era ormai anche più bramoso.

    Dopo diversi deliziosi minuti, in cui Harry venne baciato fino a restare senza fiato, Charlie si tirò indietro con una risatina deliziata. “Alzati,” disse.

    Harry si affrettò a obbedire, l’uccello che ballonzolava per l’anticipazione. Charlie allungò una mano e prese un sacchetto di pelle che era accanto al suo mantello. Poi prese Harry per mano e lo condusse in camera da letto.

    “Fred e George non torneranno prima di domani,” spiegò Charlie. Rimase lì in piedi a osservare Harry dall’alto verso il basso. “Ne sei assolutamente sicuro? Se non lo sei, dimmelo.”

    Invece di assentire immediatamente, Harry si permise un respiro profondo, cercando di capire se aveva delle vere riserve riguardo a far sapere a Charlie chi era. Sorrise. Dato che aveva ormai preso la decisione, non provava alcuna paura. “Voglio lasciarmi vedere da te.”

    Charlie allungò una mano e strattonò un anello. “Non ti renderò le cose facili. Se resti, resti come mio sottomesso,” lo avvertì.

    “Sì signore, è quello che voglio,” rispose Harry con prontezza, e il desiderio per quello… per Charlie… gli fece quasi girare la testa. Poi Charlie pizzicò il capezzolo con più forza e Harry gemette.

    “Voglio che tu indossi questi anelli, per tutto il tempo che vorrai essere il mio sottomesso,” ringhiò Charlie.

    Ci volle un momento perché Harry si rendesse conto di ciò che gli veniva offerto e richiesto. Significava che Charlie voleva di più di una sola notte, gli stava offrendo di mostrargli tutte le cose che era ansioso di imparare. Significava anche che Harry avrebbe tenuto gli anelli mentre si ritrasformava in se stesso. L’idea del possibile dolore che quello gli avrebbe procurato si limitò ad aumentare il suo desiderio. “Sì, grazie, signore.”

    “Sai cos’è una parola di sicurezza?” chiese Charlie.

    “Fred e George me ne hanno fatto scegliere una, ma non l’ho mai usata. È nargilli,” rispose.

    “Nargilli?” domandò Charlie, il divertimento che brillava nei suoi occhi blu mentre sorrideva.

    Harry arrossì. “È una storia lunga.”

    “Più avanti me la devi raccontare. Ora, sdraiati sul letto,” gli disse Charlie. Mentre Harry obbediva, Charlie tirò fuori qualcosa dal sacchetto di pelle. “Queste sono corde magiche per il bondage. Le hai mai provate prima?” Gli porse uno dei piccoli rotoli.

    Harry lo prese, srotolando la setosa corda dorata. “No. Sono morbide,” sussurrò.

    “Seta, e incantata per essere non solo indistruttibile, ma per prevenire il ferimento di chiunque le indossi. Si allungano o accorciano, e hanno uno sganciamento di sicurezza,” spiegò Charlie. “Ti legherò le mani a l letto.”

    Il cuore di Harry batteva all’impazzata quando gli restituì la corda e sollevò in fretta le braccia sopra la testa per dimostrare quanto fosse volente. Anche la sua erezione gocciolante era forse una prova, e il sorriso tutto denti di Charlie era colmo di approvazione mentre lo squadrava dall’alto in basso. Harry aveva fantasticato sul farsi legare, ma non aveva mai trovato il coraggio di chiederlo a Fred e George.

    L’idea di legare Harry era chiaramente qualcosa che anche Charlie trovava eccitante, il suo uccello con il tatuaggio di un drago che si drizzava e le ali che sbattevano sulle sue anche. Srotolò la corda e si piegò su Harry, avvolgendo entrambi i polsi e legando il centro con un nodo. Fece muovere a Harry le mani per un momento per essere certo che fosse comodo. Charlie sfoderò la bacchetta e intonò, “Adstringere.” I capi della corda si legarono da soli alla testiera del letto. Poi agitò di nuovo la bacchetta, “Resolve si dicit ‘nargilli’.”

    Charlie sorrise mentre guardava Harry. “Se dici la tua parola di sicurezza l’incantesimo scioglierà la corda,” spiegò.

    Harry diede uno strattone, godendosi la sensazione. “E quando tornerò me stesso?”

    “Le corde si adatteranno a te,” gli assicurò Charlie, con le mani sui fianchi per un momento mentre lo osservava.

    Harry ammirò lo spettacolo di quell’uomo, il suo corpo muscoloso e l’uccello lucido. Però c’era più di quello. C’era tanto calore nell’espressione di Charlie che faceva sentire Harry tanto desiderato che gli si arricciavano le dita dei piedi. Charlie lo colse a fissarlo e annuì, poi salì sul letto e si mise a cavalcioni su Harry, le mani appoggiate da un lato e dall’altro mentre si piegava per baciarlo di nuovo. Harry si contorse, godendosi il solido peso di Charlie addosso, il modo in cui quel grosso uccello si sfregava contro il suo, il metallo del piercing che scivolava sulla pelle morbida della sua pancia. Charlie gli divorò la bocca e poi continuò verso il basso, mordendo e succhiandogli il collo e spingendo i fianchi contro i suoi mentre lo faceva.

    Harry guaì per la sorpresa alla combinazione di dolore e eccitazione quando i denti di Charlie strattonarono prima uno, poi l’altro anello al capezzolo. Charlie rispose depositando altri morsi sulla sua pelle, lasciando una scia di marchi rossi.

    “Sei delizioso e molto sensibile. Non vedo l’ora di marchiare la tua vera pelle,” gli assicurò Charlie.

    Per il suo piacere e stupore, Charlie continuò a mormorare cose del genere che Harry era una ‘troia deliziosa’ mentre si spostava giù lungo il suo corpo. Una grande mano callosa gli coprì il cazzo, intrappolandolo contro il suo corpo e Harry gemette, cercando di ottenere di più.

    “Scommetto che sei ancora lubrificato dalla mia sborra, vero?” gli chiese Charlie.

    Il culo di Harry si serrò a quel ricordo e poté sentire un po’ del liquido colare lungo la fessura tra le natiche. “Sì signore.”

    “Condividi le abitudini zozze dei miei fratelli?” lo punzecchiò Charlie, guardandolo dal basso e dando una dolorosa stretta al suo uccello.

    “Oh, sì, del tutto,” gli rispose Harry.

    “Bene,” rispose Charlie, ma poi lo sorprese spostandosi di lato e girandolo sulla pancia.

    Quell’improvvisa dimostrazione di forza fu solo benzina sul fuoco del desiderio di Harry. Si contorse, sfregando il cazzo contro il copriletto, e in tutta risposta ricevette uno schiaffo deciso dalla mano di Charlie.

    “Non ci provare, non ancora. Non hai il permesso di venire finché non vedo la tua vera faccia,” lo ammonì Charlie e poi gli ordinò di sollevarsi sulle ginocchia, e lo aiutò afferrandogli i fianchi e tirandolo in posizione. Con le mani legate, la faccia schiacciata contro il materasso, sulle ginocchia e con le gambe spalancate, Harry si sentiva totalmente indifeso… e completamente eccitato. Il suo cazzo pendeva pesante sotto il suo corpo e strattonò ancora le corde, non per liberarsi, ma per godersi la sensazione.

    Charlie fece scorrere una mano sul culo di Harry, accarezzando e strizzando. Poi la tirò indietro e gli diede un altro forte schiaffo, il cui impatto causò un fragoroso schiocco contro la sua pelle mentre il corpo di Harry ondeggiava in avanti a causa della sua forza prima che il dolore sbocciasse in calore. Harry gemette deliziato, l’uccello e le palle che ondeggiavano di nuovo sotto di lui.

    “Vedo che alla mia troia piace essere sculacciata,” cantilenò Charlie, e Harry tentò di inarcarsi per seguire la mano quando questa si sollevò di nuovo. Quella volta arrivarono parecchi colpi in rapida successione, mandando a fuoco non solo il culo di Harry, ma anche tutti i suoi nervi. Harry cercò di rispondergli, ma le sue parole si trasformarono in gemiti incoerenti sotto altri molti colpi.

    “Be’, questo è un assaggio sufficiente per stasera,” disse Charlie, e poi, spostandosi in mezzo alle gambe di Harry aggiunse, “A proposito di assaggi…” Le sue mani spalancarono le chiappe pulsanti di Harry, strizzandole per un momento, poi fece scivolare le dita giù fino al centro e ne spinse due nel buco bagnato di Harry, ancora allargato per la scopata di prima. Harry sgroppò, non per sfuggirgli, ma in reazione all’improvvisa intrusione nel suo canale sensibile. L’altra mano di Charlie lo tenne in posizione mentre rigirava le dita, ricoprendole del suo stesso seme, per poi ritrarle di nuovo.

    “Oh, oh,” ansimò Harry, volendo implorare per avere di più, ma ancora tremante per reazione.

    Charlie ridacchiò, piegandosi in avanti sul corpo di Harry in modo che il suo uccello si sfregasse contro le chiappe infiammate di Harry. Premette quelle due dita scivolose contro le sue labbra. “Succhia.”

    Harry aprì la bocca, bramoso, leccando la sborra di Charlie e facendo scivolare la bocca su quelle dita spesse. Allora fu il turno di Charlie di gemere, e Harry sentì il drago guizzare in risposta, sbavandogli liquido pre orgasmo sulla pelle.

    “Troia vogliosa di sborra,” disse Charlie in tono di approvazione, e tirò via le dita dalla bocca di Harry con un ‘pop’. “Tocca a me.”

    Harry guaì, anche se non avrebbe saputo dire perché, solo che era ansioso di avere di più di quello che Charlie voleva. Però le dita di Charlie non tornarono al buco di Harry. Charlie, invece, passò direttamente a leccarglielo con la lingua, stuzzicando l’anello di muscoli. Le mani di Harry si strinsero, afferrando la corda attaccata al letto per ancorarlo mentre Harry tentava di spingersi contro la sua faccia. Era una tortura deliziosa, e Charlie diede un nuovo significato alla parola ‘rimming’ quando fece scorrere la punta della lingua in tondo, ancora e ancora, finché a Harry venne da piangere per avere di più. Era possibile che lo stesse anche facendo, tanto era incoerente per il desiderio. Che fosse in risposta alle suppliche di Harry o perché aveva deciso così, la lingua di Charlie alla fine scivolò dentro Harry, mentre le sue dita gli si conficcavano nelle chiappe mentre lo scopava con la lingua.

    Harry implorò davvero, o almeno ci provò, contorcendosi quanto permesso dalle corde. Proprio quando Harry sentì di essere sull’orlo dell’orgasmo, con la pressione che cresceva dentro di lui, Charlie si fermò, togliendosi di colpo e ridendo quando i fianchi di Harry tentarono di seguirlo. “Oh, no, non ancora, mia troia. Il tempo è quasi scaduto e voglio avere il mio cazzo dentro di te quando vedrò la tua faccia.”

    “Oh cazzo,” annaspò Harry. Charlie aveva intenzione di scoparlo mentre si ritrasformava? L’idea era sconvolgente e portò una nuova ondata di calore nel suo corpo.

    Il dragoniere non ci mise molto a girare Harry di nuovo. Harry, le ginocchia ancora piegate e spalancate, guardò su verso la faccia sorridente dell’uomo. Quegli occhi blu erano talmente scuri da essere quasi neri, e i suoi capelli rossi in alcuni punti erano scappati dalla treccia sulla nuca. In quel momento, Harry abbassò lo sguardo sul drago che si levava tra di loro. Il cazzo di Charlie riluceva alla luce delle candele della stanza.

    Charlie prima si sfregò la bocca con il dorso di una mano, sogghignando. Poi allungò di nuovo una mano per prendere la sacca di pelle e tirò fuori il vasetto di unguento che Harry gli aveva visto usare alla festa. Charlie versò un po’ di lubrificante e lo distribuì su e giù lungo le scaglie disegnate sul suo uccello. Un altro po’ di unguento venne applicato al buco di Harry prima che il vasetto venisse messo da parte.

    Il corpo di Harry risuonava di brama, di desiderio per quello splendido uomo sopra di lui. Poteva anche sentire l’inizio di un bruciore nei muscoli che gli disse che la polisucco stava per terminare il suo effetto.

    La faccia di Charlie si fece allora seria. “Ultima possibilità di cambiare idea. Posso uscire dalla stanza, prendere le mie cose e andarmene. Non saprò mai per certo chi sei.”

    Harry apprezzava che Charlie gli permettesse di scegliere… sembrava capire quanto fosse importante per lui. Harry scosse la testa. “No, non posso farlo. Voglio tutto questo. Spero che mi vorrai. Voglio restare, arrivare fino in fondo.” Ghignò al gioco di parole, ma era serio. Voleva che Charlie sapesse.

    “Questo è il mio cavaliere di draghi,” disse Charlie in tono di approvazione e si spostò in avanti, le ginocchia che sfioravano le cosce di Harry mentre spingeva la grossa punta del suo cazzo nell’entrata pronta di Harry.

    Harry fece un respiro profondo, calmandosi e spingendo verso il basso per aprirsi alla carne di Charlie che scivolava dentro di lui. Poteva sentire il fresco dei piercing di metallo sulla punta mentre si spingeva oltre la sua entrata… un promemoria del fatto che ci fosse del metallo inserito anche nei suoi capezzoli. Abbassò lo sguardo sugli anelli. Riflettevano la luce e poteva sentire il pizzicore sulla pelle, inclusi quei due punti. Mancavano ormai solo minuti alla trasformazione.

    Già allargato dal loro incontro precedente, non fu difficile mettersi comodo e lasciare che l’uccello di Charlie affondasse in lui, allargando il corpo di Harry tutto intorno. Charlie si puntellò sul letto con una mano mentre si sporgeva in avanti, gli occhi fissi su quelli di Harry.

    “Sentirò il tuo corpo cambiare intorno al mio cazzo, lo sentirò ricomporsi per me,” gli disse Charlie, la voce tanto bassa da essere quasi un ringhio.

    “Sssssssì!” sibilò Harry, tremando mentre avvolgeva le gambe intorno ai fianchi di Charlie, i talloni che si conficcavano nel culo dell’uomo mentre si preparava per quello che stava per succedere. Ormai stava tremando, l’effetto della pozione polisucco estesa rendeva tutto più prolungato, incluso quel passaggio.

    Charlie si tirò indietro, scivolando in avanti, spingendo a fondo per quanto poteva e la faccia schiacciata contro quella di Harry mentre cominciava a ondeggiare. “Lo posso sentire, sento il tuo corpo che emerge, la magia che ti formicola sulla pelle,” sussurrò, il e suo fiato solleticò l’orecchio di Harry.

    Harry tirò le corde, le gambe che si stringevano attorno a Charlie mentre il bruciore dentro di lui cresceva, i muscoli cambiavano e il dolore sembrava strisciare insieme alla pelle. Harry urlò, sentendo un dolore più acuto nei capezzoli mentre gli anelli bucavano la carne che si riformava. Sentì il cazzo di Charlie, caldo e pesante dentro di sé mentre il suo corpo tentava di cambiare anche intorno a quell’intrusione. Ansimò e gemette durante tutto il processo, tanto forte che quasi non udì il sussurro di Charlie, “Vieni da me, Harry.”

    Harry sbatté le palpebre per liberarsi gli occhi da lacrime di dolore e dal turbinio di altre emozioni e si girò a guardarlo. Gli occhi di Charlie erano chiusi.

    “Charlie,” sussurrò Harry.

    Charlie sollevò la testa, e aprì quei suoi occhi blu. Non sembrava affatto stupito di trovarsi davanti la faccia di Harry… di guardare i suoi occhi verdi, la fronte sfregiata e gli scompigliati capelli neri. Fece il sorriso di un uomo che aveva appena vinto un premio enorme grazie a una scommessa. “Eccoti qua,” disse con calore. “Adoro quando ho ragione.”

    Harry rise. Il suo corpo era ancora preda delle convulsioni per le conseguenze della trasformazione, i suoi capezzoli pulsavano per un dolore acuto e il suo culo era pieno dell’uccello enorme di Charlie.

    “Sapevi che ero io.” Non era una domanda.

    “Come ho detto, avevo un sospetto. Nessuno si muove come te, Harry,” disse Charlie. “Quando ho scoperto che l’uomo che avevo conosciuto non era la puttana di Knockturn Alley, ne sono stato certo.”

    Harry era allibito. Il sollievo lo inondò. Si sentiva stordito.

    Charlie si mosse, facendo scivolare dentro di nuovo il suo uccello, e le terminazioni nervose troppo stimolate di Harry diedero il via ai tremiti. Quando Charlie si spinse di nuovo in avanti, tutto quello che Harry avrebbe potuto dire fu spazzato via, il suo corpo, quello vero, che rispondeva con entusiasmo e con una nuova ondata di desiderio. Il cazzo di Harry, più scuro di quello della puttana, saltò su con entusiasmo, la punta che sfiorava i peli sull’addome di Charlie.

    “Sì, così,” disse Charlie quando vide e sentì la reazione di Harry. Coprì la bocca di Harry con la propria, il loro primo bacio in quella forma: un incasinato groviglio di lingue mentre Charlie cominciava a spingere ancora e ancora dentro il corpo molto disponibile di Harry.

    “Oh, sì, per favore, per favore,” lo implorò Harry tra i baci. Poi quasi urlò quando il suo petto sfregò contro quello di Charlie, mandando scintille di dolore e piacere dai suoi capezzoli appena bucati. Doveva aver serrato anche il suo corpo, perché Charlie gemette, gettando la testa indietro e accelerando mentre cominciava a sbattersi Harry.

    Harry cavalcò le ondate delle sensazioni… la bocca aperta e gli occhi a malapena a fuoco sull’uomo sopra di lui mentre si muovevano. Charlie ondeggiò, spingendo a fondo, e Harry si arcuò, impalandosi sul suo cazzo. Erano ormai scivolosi per il sudore, il letto scricchiolava insieme ai loro movimenti e le loro grida di passione riempivano la stanza. Harry si sentiva volare. Avrebbe giurato di sentire ogni muscolo, ogni centimetro di pelle, ogni parte del proprio corpo, dentro e fuori.

    “Guardami,” gli ordinò Charlie.

    Harry sbatté le palpebre. Era stato talmente concentrato all’interno che i suoi occhi quasi non vedevano. Dovette sforzarsi per mettere a fuoco la faccia di Charlie.

    “Così, sì. Voglio vederti quando vieni,” gli disse Charlie. Fu l’unico avvertimento che ricevette prima che una delle mani di Charlie trovasse un capezzolo e tirasse. Una sensazione al calor bianco… qualcosa di simile al dolore, ma di più e tuttavia meglio… schizzò attraverso Harry. Venne. Solo che era più che venire, era come la trasformazione era stata… non solo il suo cazzo, ma il suo intero corpo rabbrividì con l’orgasmo.

    Charlie resistette solo per pochi altri secondi, urlando mentre spingeva per tutta la durata dell’orgasmo di Harry, ruggendo il suo piacere raggiunto nel corpo di Harry. I muscoli di Harry sembravano essersi sciolti, diventando caldi e languidi nei postumi. Poteva ancora sentire l’enorme uccello di Charlie pulsare dentro di lui, e probabilmente ancora schizzava le ultime gocce del suo seme nel corpo di Harry. I loro corpi erano appiccicosi e bagnati di sudore, e la testa di Charlie era caduta in avanti per appoggiarsi sulla sua spalla, una mano ancora allargata sul suo petto. Entrambi i loro cuori stavano ancora battendo velocemente, il fiato che si affannava a stare al passo.

    Nessuno dei due parlò per diversi minuti. Harry fluttuò, strafatto di quelle che Hermione gli avrebbe probabilmente detto erano endorfine, ma che a lui sembravano tanto simili alla magia. Alla fine, Harry mosse di poco i fianchi, contento per il modo in cui i suoi muscoli erano indolenziti. Charlie si rianimò, baciandogli la pelle umida della spalla prima di sollevare la testa e guardarlo. Negli occhi dell’uomo, Harry vide un po’ dello stesso stupore che stava provando anche lui.

    “Ciao Harry,” disse Charlie, il tono caldo e scherzoso.

    Harry addirittura arrossì, ma annuì. “Ciao Charlie.”

    Charlie gemette un po’ quando si tirò su sulle mani, e il suo uccello scivolò fuori dal corpo di Harry con una sensazione bagnata e scivolosa. Harry accostò le gambe per aiutarlo mentre rotolava su un fianco accanto a lui. Guardò Harry dall’alto in basso.

    Harry seguì lo sguardo, rendendosi conto di quanto dissoluto dovesse probabilmente sembrare a quel punto. Gli occhi di entrambi si fermarono sul petto di Harry, dove i suoi piccoli capezzoli bruni erano ormai gonfi, più arrossati del solito, e adornati da anellini d’oro.

    “Stanno meglio al tuo vero corpo,” disse Charlie con approvazione.

    Harry si mosse e si rese conto che le sue mani erano ancora legate sopra la sua testa. Ricordarsene e l’indolenzimento del suo corpo gli diedero un’ondata di soddisfazione che sembrò essere più del desiderio appagato. Sorrise a Charlie di rimando. “Grazie signore.”

    Charlie rise e allungò una mano per la sua bacchetta, lanciando un ‘finite’ in direzione delle corde, e Harry le sentì rilasciarsi di colpo. Le sue braccia erano dolenti quando le abbassò con cautela. C’era un leggero arrossamento attorno ai polsi e dove le dita avevano stretto la corda, ma nulla che facesse male. Senza alcuno dubbio quelle corde gli piacevano.

    Accanto a lui, Charlie appoggiò la testa su una mano, il gomito piegato, e lo osservò. Harry non riusciva a smettere di sorridere, anche se ogni movimento gli faceva fare una smorfia di dolore quando una parte o un’altra gli ricordava cosa aveva fatto nelle ultime ore. Harry si ritrovò a gradire quei promemoria. Girò la testa, restando semplicemente lì a guardare Charlie.

    Charlie allungò una mano e passò le dita con gentilezza su e giù lungo il braccio di Harry, il tocco tenero e familiare in un modo che fece sentire bene Harry.

    “Allora, che facciamo adesso?” chiese Harry.

    Charlie gli lanciò un sorriso storto. “Per prima cosa, una doccia, poi dormiamo un po’.”

    Harry fece un piccolo sbuffo. “Sai cosa intendo.”

    Charlie annuì. “Dopo che ci saremo riposati e probabilmente aver mangiato un po’ di cibo dei miei fratelli, parleremo. Dobbiamo solo decidere cosa vogliamo fare. È stato splendido, ma ho l’impressione che questo sia solo l’inizio.”

    “Solo l’inizio. Mi piace,” rispose Harry, soddisfatto quando Charlie si sporse in avanti per baciarlo ancora.
     
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