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L ultimo anno

la mia ff

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  1. Mely Weasley
     
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    Finalmente buone notizie

    Amy non vedeva l’ora di tornare a scuola, o meglio non vedeva l’ora di tornare a scuola per rivedere i suoi amici. Durante l’estate aveva dovuto declinare l’invito di uno di loro perché, dopo il matrimonio di suo zio in un paesino dell’Irlanda, i suoi genitori avevano deciso di restare in quel posto infernale, come era solita chiamarlo Amy, per staccare la spina dal lavoro, o meglio dal resto del mondo!
    In quella piccola cittadina l’età media degli abitanti si aggirava intorno ai 70 anni; l’unica eccezione erano le due famiglie che abitavano accanto alla villetta dove Amy soggiornava e che erano entrambe composte da genitori che sembravano usciti da una pubblicità e da quattro marmocchi urlanti a testa. I bambini non facevano altro che urlare per tutto il giorno così Amy, per evitare quelle pesti, cercava di passare meno tempo possibile in casa. Il suo posto preferito, dove restare in santa pace, era un piccolo parco giochi, l’unico della città, dove poteva leggere tranquillamente, senza nessuno che la disturbasse. I ragazzini che abitavano nel suo quartiere, infatti, sembrava fossero gli unici bambini della città e in giro non c’era mai anima viva, fatta eccezione per qualche vecchietta con le buste della spesa.

    Quel giorno, un giorno qualsiasi, uno dei giorni tutti uguali che trascorrevano così lentamente che sembrava che qualcuno avesse fatto rallentare il tempo, Amy se ne stava seduta su un altalena, per terra, accanto a lei, una borsa azzurra e l’ennesimo libro letto durante quelle vacanze, forse il ventesimo, quando, con uno stridio, un gufo atterro accanto a lei. La ragazza prese la busta legata alla zampa dell’animale e come aveva immaginato e un po’ sperato non era dei suoi amici, non che un loro messaggio non le avrebbe fatto piacere, ma era la lettera di Hogwarts che aspettava da ormai quasi due mesi, e, se era arrivata, significava che non doveva mancare poi tanto al 1° Settembre. Un po’ più allegra, tornò a casa e accese la televisione per la prima volta dall’inizio della vacanza, se così si poteva veramente chiamarla, e dal telegiornale locale, mezz’ora di notizie sulla straordinaria produzione agricola di quell’estate, apprese che mancava solo una settimana all’inizio della scuola. Rincuorata, dopo che durante la cena i genitori le avevano annunciato che sarebbero partiti di lì a due giorni, salì nella sua camera e cominciò a fare le valigie. Quasi tre ore dopo il baule era ancora pieno solo a metà, era veramente faticoso fare tutto senza magia e dire che ormai era maggiorenne e le sarebbe bastato prendere la sua bacchetta e pronunciare un incantesimo, se non fosse stato che la sua bacchetta si trovava nel suo appartamento di Londra. Essendo ormai mezzanotte Amy decise di andare a letto e continuare il giorno successivo; si preparò e, mentre tirava giù le coperte del letto, un rumore richiamò la sua attenzione. Era come se qualcuno stesse tirando dei sassi contro i vetri della finestra. Si avvicinò e vide che a produrre quel ticchettio era il becco di un piccolo uccello che evidentemente cercava di richiamare la sua attenzione. Aprì la finestra e subito la bestiolina entrò e volò sul letto. Questa volta, invece, erano sicuramente notizie dei suoi amici, il minuscolo gufo, infatti, era Leotordo, l’animaletto di Ron. Amy prese la lettera che l’animale portava, ma aspettò un po’ prima di aprirla. Durante l’estate aveva scritto spesso ai suoi amici e loro le avevano sempre risposto dicendo che era tutto ok, che non vedevano l’ora di rivederla e che non facevano mai niente di che. Amy era convinta che quest’ultima affermazione non fosse del tutto vera, sicuramente dicevano così per non far capire che in realtà si divertivano anche senza di lei. Questo, pensò la ragazza, era assolutamente normale, erano in vacanza e passavano le giornate tra amici e capiva che non volevano darle un ulteriore dispiacere. Se solo i suoi l’avessero lasciata andare alla Tana! Avrebbe trascorso il suo tempo non sui libri, ma giocando a Quidditch con Harry, Ron e Ginny e a chiacchierare con la sua migliore amica Hermione. Alla fine Amy si decise ad aprire la lettera, una calligrafia storta e disordinata, senza dubbio quella di Ron.

    Ciao Amy,
    come va? Mi è molto dispiaciuto che tu non sia potuta venire a casa mia con gli altri quest’estate. Comunque questa mattina sono arrivate le lettere di Hogwarts e abbiamo deciso di andare a Diagon Alley Venerdì mattina, vieni con noi?
    Aspettiamo tue notizie.
    Ah dimenticavo, Hermione, Harry e Ginny ti salutano.
    Ron

    Non appena ebbe finito di leggere, Amy prese un foglio di pergamena dal fondo del suo baule, si sedette alla scrivania e scrisse un messaggio di risposta.

    Certo che vango con voi! Non vedo l’ora di rivedervi. Non so come ho fatto a resistere in questo posto, ma per fortuna è finita, dopo domani, o meglio domani ormai visto che è mezzanotte passata, finalmente torno a casa. A venerdì allora. Alle 10 davanti alla Gringott. Un saluto a tutti.
    Amy

    Si alzò per legare la lettera alla zampetta di Leotordo che non aveva fatto altro che saltellare e strillare per tutto il tempo in attesa della risposta. L’animale volò via nella notte, Amy lo seguì con lo sguardo finché non diventò che un puntolino nella notte e poi venne inghiottito dal buio. Finalmente Amy andò a dormire, stanca ma felice sul serio per la prima volta in due mesi. La mattina dopo parlò di nuovo con i suoi genitori di Diagon Alley; questi le dissero che sarebbe dovuta andare da sola sia Venerdì che il primo Settembre poiché loro avevano un importantissimo incontro di lavoro. Amy risalì nella sua stanza e ricominciò a fare i bagagli. Mentre piegava i vestiti pensò alla sua famiglia. I suoi genitori non le facevano mai mancare niente, o, per precisione, niente che potesse essere comprato. Tuttavia erano dei genitori assenti e, a volte, sembravano quasi indifferenti ad Amy. Per esempio, si erano presi una pausa di due mesi dal lavoro, ma non potevano prendere un permesso per un giorno per andare a salutarla alla stazione il primo Settembre? Ormai, tuttavia, c’era abituata, i suoi lavoravano per un’importante azienda di Londra ed erano sempre via per affari. Vergognandosi un po’, provò una fitta di gelosia per Ron e Ginny che avevano una mamma semplicemente fantastica, ma pensò anche a Harry che aveva pochissimi ricordi dei suoi genitori, morti quando lui aveva appena un anno. Scacciò questi pensieri e finì di fare le valigie. L’indomani, Amy e i suoi genitori, partirono presto e intorno alle 10, dopo poco più di un’ora di volo, erano già a casa. Alle 11.30 i suoi genitori erano di nuovo in viaggio per una conferenza. Le avevano lasciato un bel po’ di denaro per le spese scolastiche e l’avevano lasciata con un semplice
    – Ciao tesoro – anche se si sarebbero rivisti solo a Natale. Appena se ne furono andati cominciò a sistemare i bagagli, ma non a disfarli, si limitò a cambiare i vestiti estivi con le uniformi di Hogwarts e qualche vestito più pesante, Venerdì poi avrebbe aggiunto i nuovi libri di testo e tutto il resto. Dopo aver pranzato decise di fare una passeggiata. Camminò per più di un’ora e alla fine, quasi senza volendo, si ritrovò davanti alla “Testa di Porco”. Decise di entrare e prendendo posto in un piccolo tavolino in un angolo si sentì veramente a casa, anche se il posto non era un granché, si sentiva a suo agio, circondata da maghi e streghe. Ordinò una burrobirra e cominciò a leggere “La Gazzetta del profeta”, che aveva trovato già sul tavolo.
    Dopo circa un quarto d’ora, entrarono due ragazzi.
    - Ciao Amy -
    - Ciao Dean, Seamus –
    Dean e Seamus erano due compagni, del suo anno, del Grifondoro.
    - Come va? – disse Dean
    - Tutto bene. Andate a Diagon Alley? –
    - Si – rispose Seamus – Tu invece? Hai già comprato tutto? –
    - No, vado domani con Ron, Hermione e Harry e Ginny –
    Ai nomi Harry e Ginny, Dean aveva fatto una faccia strana, Ginny era stata la sua ragazza, ma parve riprendersi subito e domando – Allora come mai sei qui? –
    - Così, facevo un giro, abito qua vicino -
    - Ah ecco –
    - Bhè allora noi andiamo. Ci vediamo Lunedì sul treno – fece Seamus
    - Ciao – aggiunse Dean
    - Ciao –
    I due ragazzi si avviarono verso il fondo del locale e sparirono dietro ad una porta, dove Amy sapeva che si trovava l’ingresso di Diagon Alley. Avrebbe voluto seguirli, ma non lo fece, convinta che senza Hermione, che le ricordava dei libri e degli ingredienti per le pozioni, avrebbe spesso tutti i soldi per comprare un cappello intarsiato di diamanti o qualcosa del genere. Decise allora di tornare a casa e subito dopo aver cenato andò a letto non vedendo l’ora che fosse domani.
     
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  2. Mely Weasley
     
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    Diagon Alley

    Venerdì mattina Amy aveva messo la sveglia alle 8 in punto per essere in perfetto orario, ma quando questa suonò la spense e si concesse altri cinque minuti di sonno. Purtroppo i 5 minuti divennero 10, poi 20 e infine, quando Amy si svegliò, erano già le 9.30! Si preparò più velocemente che poté e per fare prima chiamò un taxi; la voce della signora del centralino le disse che a causa di un incidente non sarebbe potuto arrivare in meno di 20 minuti. Amy riattaccò e pensò che poi ce ne sarebbero voluti minimo altri venti per arrivare, così decise di prendere la metropolitana.
    Scese di corsa verso la stazione, a pochi metri da casa; riuscita a prendere la linea2, il vagone pieno come al solito, arrivò di fronte al “Paiolo Magico” e sempre correndo si recò verso la porta dove il giorno precedente si erano diretti Dean e Seamus.
    Si trovava ora in una specie di piccolo cortile dove c’erano due enormi bidoni dell’immondizia; prese la sua bacchetta (betulla e crine di unicorno) e vi colpì un particolare mattone del muro sopra i secchi. Davanti a lei apparve un’arcata e al suo interno una lunga strada ricca di vetrine luccicanti e piena di donne e uomini vestiti con sfavillanti vesti colorate. Anche se in ritardo, Amy non poté fare a meno di fermarsi ad osservare quel mondo fantastico, il suo mondo, il mondo della magia. Affrettandosi verso la banca dei maghi, dove aveva appuntamento con i suoi amici, ripensò a quando era stata a Diagon Alley per la prima volta. Amy aveva scoperto di essere una strega a 11 anni, quando era arrivata la lettera di Hogwarts per la prima volta, infatti i suoi genitori erano entrambi babbani. Ricordò che quando aveva letto la lettera aveva pensato ad uno scherzo, poi però un uomo vestito con una tunica lillà era comparso improvvisamente tra le fiamme del camino del salotto e aveva informato lei e i suoi genitori del mondo magico. Poteva vedersi, una bimba di 11 anni per quelle stesse vie, capelli castano chiaro quasi biondi e occhi nocciola che brillavano, timida e curiosa, un po’ a disagio perché non ne sapeva niente di calderoni e bacchette magiche. Ora percorrendo lo stesso luogo, sei anni più tardi, si sentiva completamente a suo agio e sicura di sé. Aveva presto imparato che essere babbani di nascita non significava niente, che anche i figli di maghi dovevano imparare tutto sin dal principio, e che spesso i primi erano anche più bravi degli altri (come non pensarlo con un’amica come Hermione Granger?!). Amy svoltò un angolo e vide in lontananza l’enorme costruzione di marmo con la sua lunga scalinata ai cui piedi c’erano i suoi amici. Affrettò il passo ancora di più e non appena li raggiunse sentì un coro di – Ciao – e contemporaneamente otto braccia la strinsero tutte insieme.
    - Oddio mi sembra un secolo che non ci vediamo – disse Amy e lo pensava davvero; soprattutto Harry e Ron le sembravano diversi, entrambi sicuramente più alti di parecchi centimetri e più, bhè forse affascinanti non era la parola giusta, ma senza dubbio erano molto più carini di quanto ricordasse.
    - Anche a me – disse Ginny
    - Allora, come sono andate le vacanze? – chiese Harry ridendo
    - Sicuramente peggio delle vostre – replicò Amy sorridendo quasi impercettibilmente.
    - Io non ne sarei del tutto certa – aggiunse Hermione – Sai Ron non ha fatto altro che rompere le scatole per tutta l’estate. Diceva sempre che non era giusto che tu non stavi con noi – e fece un sorrisetto malizioso.
    - Già, ha perfino chiesto un paio di volte a mamma se potevamo venirti a trovare – aggiunse Ginny.
    - Bhè, che c’e di male – fece Ron – mi mancava la mia amica; e poi senti chi parla Hermione. Continuavi a dire che non sapevi che fare mentre noi giocavamo a Quidditch e che avresti voluto che Amy fosse con noi – mentre diceva ciò, tuttavia, le sue orecchie si colorarono di rosso.
    - Che centra!? È la mia migliore amica – gli rispose Hermione stizzita.
    - Non ricominciate a litigare come al solito voi due! A volte sembrate una vecchia coppia sposata. –
    Si guardarono tutti e cinque per un attimo, poi scoppiarono a ridere.
    Alla fine Harry disse – Andiamo, sono già le undici e la madre di Ron vuole che andiamo al “Paiolo Magico” alle due. Presero a salire i gradini del gigantesco edificio ed Amy sentì Hermione bisbigliarle qualcosa all’orecchio – Devo dirti una cosa importante – ma non seppe cosa la sua amica avesse da raccontarle perché erano arrivati nell’immensa sala della Gringott brulicante di folletti. Ron e Ginny avevano già i loro soldi, così la ragazza accompagnò Harry nella sua camera blindata, mentre il fratello attese che Amy e Hermione cambiassero il denaro babbano.
    Dopo circa un quarto d’ora uscirono dalla banca e decisero di comprare, o meglio si convinsero a comprare, dopo un discorso di Hermione il cui riassunto sarebbe stato “prima il dovere poi il piacere”, innanzi tutto il necessario per la scuola e poi, se ci sarebbe stato tempo, avrebbero fatto un giro negli altri negozi.
    Per prima cosa acquistarono penne, inchiostro e pergamene, si rifornirono di tutto il necessario per pozioni in farmacia e infine uscirono dal Ghirigoro con le tasche svuotate e le borse decisamente appesantite. Fecero una pausa con un grosso gelato di Florian Fortebraccio offerto da Harry e poi ricominciarono le spese.
    I due ragazzi presero dei biscotti gufici per i loro animali, tutti comprarono una nuova veste da Madama McClane e Harry, Ron e Ginny presero del lucidante per scope, facevano parte, tutti e tre, della squadra di Quidditch del Grifondoro.
    - Adesso abbiamo ancora mezz’ora – disse Amy.
    - Giusto – fece Ron – andiamo da Fred e George.
    Amy fu l’unica a notare che, dopo le parole di Ron, Hermione aveva assunto una strana espressione. Possibile che disapprovasse ancora gli scherzi dei gemelli?
    Ma prima che potesse chiederle spiegazioni si ritrovarono davanti alle scintillanti vetrine di “Tiri Vispi Weasley”. Su ogni superficie di vetro erano appesi giganteschi manifesti rossi con al centro una “W” d’oro e le scritte “Sconti per tutti gli studenti di Hogwarts, rifornitevi per la scuola” e “Venite a trovarci nel nostro nuovo negozio a Hogsmeade!”
    - Hanno aperto un altro negozio? – chiese Amy
    - Si, hanno comprato Zonko – rispose Ginny
    - Faranno sicuramente un sacco di soldi. – aggiunse Ron – Con tutte le visite degli studenti! - Una volta entrati videro che il negozio era pieno di ragazzi e gli scaffali brulicavano di strani oggetti, caramelle di mille colori e scatole dalle forme più varie.
    Amy vide Fred impegnato in un’animata discussione con una bambinetta che voleva, a tutti i costi, acquistare una confezione dei Sognisvegli Brevettati e George dietro al bancone, intento a servire un cliente. Fecero un giro per il negozio, poi Amy si allontanò dagli altri per cercare qualcosa da dare a Harry per il suo compleanno, anche se era già passato; infatti in quel posto infernale, dove aveva passato le vacanze, non aveva potuto comprargli niente, a meno che non avesse voluto regalargli una scatoletta di cibo per gatti o roba simile.
    Dopo un po’ trovò una scacchiera stupenda, i pezzi raffiguravano insegnanti e personale della scuola: c’erano Silente, Madama Chips, Piton e Gazza.
    Si diresse alla cassa e subito consegnò la scatola del regalo a George per evitare che Harry la vedesse, pagò e gli chiese di mandargliela il giorno seguente via gufo.
    Si avvicinò agli altri che stavano chiacchierando.
    – Hermione ti stava cercando – le disse Ginny
    - Dov’è? –
    - Non lo so, è da un po’ che non la vedo. Prova a guardare nella sala dietro la tenda –
    Amy avanzò verso la stanza dove i gemelli tenevano accessori e oggetti magici come i mantelli e i cappelli scudo, in grado di proteggere, con un incantesimo, dalle maledizioni minori, ma non c’era traccia di Hermione. Girò per un po’ nella saletta e vide una porta aperta in un angolo, probabilmente quella del magazzino. Certamente Hermione non era là, ma decise lo stesso di entrare per vedere se vi si trovava Fred, non aveva ancora avuto l’occasione di salutarlo. Non appena fu sulla soglia si fermò. Si dentro c’era Fred, ma non era da solo; teneva tra le braccia una ragazza che lo stava baciando con foga: Hermione. Cercò di andarsene senza fare rumore, ma proprio in quel momento:
    - Amy? Sei qua? Hai trovato Hermione? - all’urlo di Ron, Fred e Hermione si separarono e voltandosi la videro.
    - Ciao Amy! – la salutò Fred, facendole un gran sorriso, mentre usciva dal magazzino.
    - Ah eccovi, eravate qua con Fred. Dai andiamo, è tardi, sono quasi le due –
    Le due ragazze seguirono l’amico e con Harry e Ginny raggiunsero il “Paiolo Magico” dove li attendevano i Weasley. Amy salutò i genitori di Ron e Ginny e si diede appuntamento con gli altri alla stazione di King’s Cross, il primo Settembre.
    - Bhè allora a Lunedì – fece Ron
    - Certo, ciao Ron- disse Amy salutando il ragazzo e poi gli altri amici.
    Arrivata a Hermione le sussurrò – Ora so qual’era la notizia importante –
    - Scusa, volevo parlartene, ma non mi andava di farlo per lettera, comunque non l’ho detto a nessuno -
     
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  3. GiULI&Tt@
     
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    le hai inventate tu?!!! sono bellissime....peccato volevo leggere ankora un po poi questa storia di hermione ahaha XD
     
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  4. lily lupin
     
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    a me non va a genio la storia tra fred e hermy....FRED è UNICO !!!!! (Più o meno ) :05hs9.gif: :20wb0.gif:
     
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3 replies since 10/8/2008, 23:47   244 views
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